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A Scicli "va in scena" l'integrazione possibile

Sono venti i minorenni (compresi fra i 16 e i 17 anni), tutti senza genitori e richiedenti asilo politico, ospitati alla «Mediterranean Hope». E vanno tutti a scuola

SCICLI. Sono in venti, tutti di età compresa fra i 16 ed i 17 anni, tutti richiedenti asilo politico e tutti con sulle spalle gli orrori delle lunghe camminate nel deserto prima e delle peripezie in mare per la traversata del Mediterraneo dopo, prima di giungere in questa terra che li ha accolti a braccia aperte, facendoli sentire meno soli ora che sono lontani dai paesi di origine. Giovani di diversa nazionalità, ospiti presso il centro per immigrati "Mediterranean Hope" finanziato con i fondi dell'otto per mille della Chiesa Valdese ed aperto a palazzo Castelli in pieno centro storico a Scicli.

Tutti frequentano l'Istituto di Istruzione Superiore "Quintino Cataudella", spalmati nelle classi del liceo scientifico, del tecnico e del turistico. Il dirigente scolastico, Vincenzo Giannone, ha applicato quelle che sono le linee guida della riforma scolastica, linee guida di accoglienza dei minori che arrivano in Italia da altri Paesi. Dopo un progetto pilota, sperimentato prima di Natale subito dopo l'apertura del centro di palazzo Castelli, il dirigente del "Cataudella" ha accolto in prova alcuni giovani. Ora il percorso è stato perfezionato ed il sindaco di Pozzallo, Luigi Ammatuna, nelle vesti di tutore dei minori che arrivano al porto pozzallese, ha formalizzato l'iscrizione alla scuola superiore di Scicli.

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