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Shoah, «bufera» a Ragusa sullo spettacolo annullato

Le opposizioni chiedono che il rappresentante dell’Esecutivo cittadino relazioni in aula: «È stata una censura» e fioccano le note di condanna

RAGUSA. Gli artisti non si sono esibiti; doveva essere la celebrazione del ricordo della Shoah all’auditorium San Vincenzo Ferreri a Ragusa con recital, musica, cuore e danza organizzato da due giovani, Stefano Vaccaro e Kevin Lo Magno, ma è invece diventata una battaglia di principio, per qualcuno, di scontro politico per altri.

Con due “punti di vista” contrapposti e al centro le opere di Franco Cilia anche se a finirci nel mezzo sono stati i giovani. Sul palco a fare da scenografia ad una coreografia di Saveria Tumino che avrebbe interpretato Edith Stein, una scultura di Franco Cilia, non un’opera qualsiasi - ed è un dato di fatto -, ma proprio quella che l’amministrazione comunale non aveva voluto per il sacrario della Guardia di Finanza in piazza Libertà («“Un’altra sì, questa, no”, mi hanno detto i grillini», spiega Cilia) e secondo l’assessore Campo all’auditorium ci sarebbero state anche altre opere, «un numero imprecisato di quadri». «Non ho nulla contro nessuno - spiega la Campo - e lo dimostra il fatto che il programma prevedeva la partecipazione del maestro Cilia; se avessi avuto qualcosa da ridire, come sostiene qualcuno, avrei potuto dirlo subito. Comunque, ho fatto notare già dal mattino agli organizzatori e al direttore artistico Kewin Lo Magno, che quanto volevano realizzare sarebbe stato difforme a quanto presentato per ottenere il patrocinio del Comune. Per come mi è stata invece prospettata la variazione, sembrava fosse stata affiancata anche una mostra del maestro Cilia. Se così era - spiega ancora l’assessore Campo -, andava specificato nella richiesta. Dovevo tenere saldo il principio che regola il rapporto tra il Comune e i privati. Avevo invitato gli organizzatori al Comune per discuterne, riformulare eventualmente la richiesta, rinviare lo spettacolo di qualche giorno e riprenderlo in una successiva data. Ma non è venuto nessuno. Insomma, se acquisto uno spettacolo di bolle di sapone e invece poi mi viene realizzata la fiaba di Cappuccetto Rosso, lo devo pur sapere! Il Comune ci mette la faccia. E nessuna minaccia: ho solo evidenziato la scorrettezza».

Di avviso diverso Franco Cilia: «L’assessore ha esplicitamente richiesto che la mia opera scomparisse dal palco, pena l’annullamento del patrocinio» dice Franco Cilia, che aggiunge «ed ha anche detto che se dovevo fare una mostra personale dovevo dichiararlo. Una mostra personale? Assolutamente no! Io, se devo fare una mostra la faccio con determinati criteri e crismi, con un catalogo e non ho bisogno di nascondermi dietro a nessuno». Prima Isabella Papiro, poi Saveria Tumino, stessa amarezza nel decidere di annullare lo spettacolo. «Mi stavo recando a Ibla per fare l’ultima prova dello spettacolo e ho letto un post tra Kevin e Franco in cui si specificava che l'assessore avrebbe bloccato la manifestazione se fosse rimasta la scenografia con l’opera di Franco Cilia. L’opera in questo caso - spiega Saveria Tumino - rappresentava l'anima delle vittime dell'Olocausto. Avevo lavorato su questo, un elemento scenografico importante per valore e senso. Io rappresentavo Edith Stein in una giornata speciale, perché coinvolge giovani che devono crescere con principi e ricordi. Non sono interessata alle beghe politiche. Ma da artista mi sono sentita offesa; mai da nessuna parte del mondo, qualcuno ha giudicato la scenografia. Avremmo danzato, anche imbavagliati simbolicamente per protesta. Mi sono sentita mortificata per la gente e per i tanti giovani presenti».

«Non vogliamo stare in mezzo a queste beghe, non è giusto», è amareggiato Kewin Lo Magno che aveva organizzato, con l’associazione Ragusa Giovani, una serata per celebrare il ricordo delle vittime delle Shoah, alla fine “annullata”. «È stato terribile dover guardare in faccia tutti gli artisti, i ragazzi, tutti quelli che gratuitamente si sono spesi per allestire lo spettacolo, la più piccola artista ha 11 anni, avrebbe letto le lettere dei bambini scritte da Auschwitz, dai campi di concentramento. Altri avevano composto le musiche proprio per questa serata. Non abbiamo fatto nulla che potesse essere frainteso, non abbiamo lasciato intendere cose diverse da quelle per le quali abbiamo chiesto il patrocinio del Comune. Era previsto un contributo artistico del maestro Cilia. Nessuna mostra altrimenti l’avremmo detto, dal momento che tutto lo spettacolo è stato presentato in modo dettagliato. Ma tutto questo lavoro non andrà perso, lo recupereremo con sponsor e fuori dalla politica perché non vogliamo che nessuno ci strumentalizzi».

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