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La morte di Eligia Ardita, non ci sono loculi per l’infermiera

La protesta dei familiari per l’assegnazione di un posto: «È un diritto che spetta alle vittime di improvvise disgrazie»

SIRACUSA. È ancora nella camera mortuaria del cimitero la salma di Eligia Ardita, l’infermiera di 35 anni morta insieme alla figlia che aveva in grembo durante il trasporto in ospedale. I familiari attendono ancora l’assegnazione di un loculo al cimitero di contrada Fusco ma c’è molta amarezza tra loro per essere stati lasciati soli in una vicenda che ha spezzato per sempre la loro serenità. «Ci devono ancora assegnare un posto – spiega Fabrizio Ardita, lo zio della trentacinquenne – del resto, il Comune ha a disposizione una quota di loculi riservata alle vittime di episodi drammatici, come nel caso di mia nipote. Lo prevede la legge e ci aspettiamo che l’amministrazione la rispetti, non abbiamo, infatti, alcuna intenzione di mendicare un loculo, perché spetta di diritto alla mia povera nipote. C’è anche la piccola Giulia che si trova con la madre e trovo sia davvero incredibile che da sabato, dal giorno dei funerali, siamo ancora in attesa della tumulazione».

Uno sfogo amaro quello dei familiari, già dilaniati da una morte che presenta dei lati oscuri, su cui, però, è stata aperta un’inchiesta per omicidio colposo dalla Procura che ha iscritto tre persone nel registro degli indagati, il ginecologo della donna ed il personale del 118 intervenuto nella casa della vittima in via Calatabiano per prestarle le prime cure. È stata eseguita l’autopsia sia sull’infermiera sia sulla piccola che avrebbe fornito alcuni spunti al sostituto, Magda Guarnaccia, titolare dell’inchiesta: gli inquirenti avrebbero posato gli occhi sugli interventi di primo soccorso all’infermiera che, peraltro, non è stata immediatamente sistemata in ambulanza.

 

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