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Loris, domani giornata decisiva per le indagini: attesa sentenza del Riesame

E' trascorso un mese dall'omicidio del piccolo di Santa Croce Camerina, trovato morto in un canalone lo scorso 29 novembre. Si deciderà sull'eventuale scarcerazione della madre Veronica Panarello

 RAGUSA.  È fissata per domani l'udienza del Tribunale del Riesame che deciderà sul ricorso per la scarcerazione di Veronica Panarello, la madre di Loris, in carcere dal 9 dicembre scorso con l'accusa di aver strangolato il figlio di 8 anni e aver successivamente tentato di occultarne il cadavere, trovato qualche ora dopo la notizia della scomparsa del piccolo in un canalone abbandonato a pochi chilometri da Santa Croce Camerina, nel ragusano.

«È molto fiduciosa - dice il legale della donna Francesco Villardita - perchè sa di essere innocente e quindi si presenterà di fronte ai giudici con l'animo di una persona che non ha commesso alcun crimine».

Il Tribunale del Riesame avrà tempo fino al 3 gennaio per decidere.  «In queste ore - continua Villardita - la mia assistita non fa altro che pensare a Loris, se la dovessero scarcerare andrebbe subito al cimitero a trovarlo».

In questi giorni la comunità di Ragusa si è divisa tra innocentisti e colpevolisti scambiandosi le proprie opinioni su un gruppo nato su Facebook dal titolo: «Veronica Panarello è innocente».

Al dibattito ha partecipato anche il nonno paterno di Loris, Andrea Stival, che in un duro attacco ha definito le discussioni sul social network 'cortile pubblicò, invitando gli autori a chiudere il gruppo nel rispetto del dolore della sua famiglia.

«È una situazione molto delicata - dice Daniele Scrofani, avvocato di Davide Stival, padre di Loris - e il mio assistito ha deciso che deciderà se accogliere o meno Veronica a casa, nel caso in cui dovessero scarcerarla, solo quando si saprà cosa ha realmente deciso il Tribunale del Riesame».

Qualche giorno fa la Procura di Ragusa aveva messo in campo tre ipotesi sul delitto Loris: la madre responsabile del delitto e della fase di occultamento del cadavere; la possibilità di un complice nella fase di occultamento del cadavere; o la partecipazione di un'altra persona al delitto. «Queste ipotesi - aveva precisato il procuratore Carmelo Petralia - non sono alternative, ma complementari».

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