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Loris, il padre: troppe coincidenze contro mia moglie

ROMA. "Chi è stato deve pagare. Mia moglie dice di aver portato Loris a scuola ma ci sono troppe coincidenze contro di lei". Lo dice a "Quarto Grado" Davide Stival, il padre di Loris. "Chi è stato è stato. Anche se è stata mia moglie, deve pagare", ribadisce l'uomo. "Non si può fare questo a un bambino".

Davide è incredulo delle accuse piombate sulla moglie Veronica. "A una 'cosa' sua non avrei mai creduto. Aspettiamo altri accertamenti" dice a Quarto Grado, in un'intervista che andrà in onda su Retequattro venerdì prossimo.

"Se ho dubbi? Dubbi non ne ho, anche perché si è sempre comportata da mamma e da papà quando io non ci sono stato per lavoro... Però non l'avrei mai immaginato. Stiamo insieme da dieci anni, e fino all'ultimo non ho visto comportamenti strani. Se è vero che ha tentato di togliersi la vita, l'ho scoperto adesso". "Potrei pure dire che è stata lei - prosegue - però non saprei... perché dei fotogrammi sono soltanto fotogrammi... ma ci sono tante coincidenze contro di lei. Per quello che ho visto e per le tante coincidenze che lei non dice, sembra sia stata lei... A quanto mi hanno fatto vedere gli inquirenti, lei non è andata a scuola. Ho chiesto a mia moglie se fosse andata, ma lei mi dà sempre la stessa versione, con sicurezza dice: 'L'ho accompagnato'". "Chi è stato è stato, deve pagare", ribadisce Davide Stival.

"Dai filmati si riescono a vedere le sagome, le riconosco, ma nel ritorno non saprei dire. Si vede che ritorna una persona, ma non si riconosce neanche se ha lo zaino. Si riconosce questa sagoma che ritorna dopo un minuto, ma non saprei... Nel frame in cui sembra che ci sia Loris che torna verso casa, non sono sicuro che sia Loris. È una sagoma. Riconosco l'auto e mia moglie. Non so se Veronica nega l'evidenza, perché io sono stato interrogato a parte, non insieme a lei". Riguardo alla mattina del 29 novembre, quando il bambino è stato ucciso, l'uomo afferma: "Veronica mi ha detto che quella mattina Loris non voleva vestirsi perché per lui era sempre un po' difficile andare a scuola, ma poi si è vestito. Io l'ho sentita ed era tranquilla. Poi quando non si trovava più Loris, nel primo pomeriggio, me l'ha detto per tornare e cercare insieme Loris. Da internet, in seguito, ho scoperto del ritrovamento".

E spiega: "Di solito Loris non aveva le chiavi di casa". "Mi fido di mia moglie e non ho mai avuto sospetti sulla sua fedeltà. Non credo alle voci che corrono in giro. Sulle cose serie di cui si dovrebbe parlare, come quello che è successo quella mattina, nessuno apre bocca", continua Stival. Rispetto alle presunte violenze pregresse subite dal bambino, il padre è fermo: "non è possibile che ci siano state violenze. Loris era un bambino tranquillo, tranquillissimo. Non ha mai dato segnali. Ci sentivamo tramite messaggi vocali e scritti. Era contento. Il ricordo più bello che ho di lui è che ultimamente andava matto per il 'taekwondo'. Gli piaceva ed era bravissimo. Quando ero a casa andavo sempre io con lui". "Chi è stato è stato. Anche se è stata mia moglie, deve pagare. Se ci sono le prove, perché dovrei starle accanto?", conclude il padre di Loris Stival. "Non si può fare questo a un bambino. Vorremmo presto il suo corpo per i funerali, almeno lui sta in pace".

Sulla dolorosa vicenda interviene anche Carmela Panarello, madre di Veronica, in un colloquio con il Corriere della Sera: ''Che deve dire la famiglia Panarello? La famiglia Panarello non vuole dare nessuna mano alla signora Panarello. Assolutamente. Che mano può dare? Veronica con la famiglia Stival è stata sempre, da nove anni a questa parte. Si è fatta vedere ogni tanto. È una persona molto difficile. Non c'era niente da chiarire tra di noi''.

''È stato buttato abbastanza fango sulla famiglia Panarello. La verità non è possibile... La signora Panarello da molti anni non abitava più con la sua famiglia d'origine. La verità qua la famiglia Panarello non la può sapere'', dice la nonna di Loris. ''Una madre non pensa mai questo di una figlia. Non può pensarlo mai. Ma arrivati a questo punto non conosciamo nemmeno i nostri figli, mai dire mai. La vita ormai ci ha insegnato questo''.

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