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Formazione, venti insegnanti senza stipendio da oltre due anni a Ragusa

Si tratta dei corsi Cnos che coinvolgono e qualificano circa duecento ragazzi in obbligo scolastico

RAGUSA. L'unica tranche la scorsa settimana. Il saldo delle mensilità dei mesi di gennaio e febbraio. Un arretrato, ancora da saldare, da parte della Regione, di ben 25 mesi. Due anni senza stipendio per gli operatori dei corsi triennali di formazione per i ragazzi in obbligo scolastico del Cnos salesiani di Ragusa. Una vertenza lunga ed estenuante. Con un contenzioso ancora in itinere circa il futuro dei corsi di formazione in Sicilia. Si era parlato dell’azzeramento della formazione professionale, ma nulla di ufficiale è ancora trapelato. Per i venti operatori della struttura di Ragusa si preannuncia un autunno caldo, anzi caldissimo. In tanti, tra i dipendenti, ricorrono agli aiuti della Caritas. Altri hanno preferito chiudere anzitempo la loro esperienza lavorativa. «Nessuno ha il coraggio di scrivere la parola fine su questa importante esperienza formativa per tantissimi ragazzi in obbligo scolastico – dice Gianni Iurato, portavoce dei lavoratori del Cnos -; stiamo parlando di duecento ragazzi e venti insegnanti impegnati nei vari laboratori artigianali. Attendere 25 mesi lo stipendio è un’offesa per i lavoratori e per il futuro di tanti padri di famiglia». I laboratori di corso Italia, da settembre, rischiano la chiusura. Nessuno dei fornitori fa più credito per la fornitura delle attrezzature e del materiale scolastico. «Parlare di sciopero o di iniziative eclatanti è fuori luogo - aggiunge Iurato -. Siamo amareggiati, sfiduciati, non crediamo più a nessuno. Nonostante le tante promesse e le belle parole spese. Siamo convinti che bisogna avere il coraggio di guardarsi negli occhi e scrivere la parola fine». Eppure per tanti ragazzi e operatori i laboratori dei corsi di formazione erano l’unico punto di riferimento. Il segretario confederale della Uil di Ragusa, Siracusa e Gela, Gianni Iacono, parla di un paradosso tipico siciliano. «È la dimostrazione di come sia stata gestita, da parte della regione, la vicenda dei corsi di formazione in Sicilia - aggiunge Iacono - era necessario e opportuno una verifica strutturale così come è stato fatto in tante realtà dell’isola. Ma dopo la fase della distruzione come in ogni cosa ci vuole la ricostruzione in tempi ragionevolmente brevi. Fare attendere 25 mesi i lavoratori è fuori da qualunque logica».  MDG - GN

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