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«Museo del costume» in difficoltà
Quello di Scicli rischia la chiusura

SCICLI. Nell'inverno scorso le prime avvisaglie, in primavera poi la conferma. Il «Museo del Costume» dell'associazione L'Isola di Scicli ha dovuto, necessariamente, ridurre gli spazi espositivi ed organizzativi perché la direzione dell'Opera Pia Carpentieri, proprietaria del palazzo, ha concesso in affitto parte dei bassi per l'apertura di un esercizio pubblico. Caduta come una tegola sulla testa del sodalizio che, nato nel gennaio del 1998, è riuscito a ritagliarsi uno spazio non indifferente in Sicilia aderendo, fra l'altro, alla Rete Museale della Cultura Iblea, costituita il 30 novembre del 2010 e della quale fanno parte anche altre importanti realtà museali del territorio ibleo e cioè il Museo della Civiltà Contadina di Buscemi, il Museo del Viaggiatore di Palazzolo Acreide, il Museo della Civiltà Contadina "Nunzio Bruno" di Floridia, il Museo dei Pupi e il Museo dell'apicoltura di Sortino, il Museo del tessuto e dell'emigrante di Canicattini. Frutto di una ricerca etnografica condotta sul territorio ibleo da oltre quindici anni dall'associazione L'Isola, il Museo espone abiti d'epoca, cappelli e accessori vari, riviste e stampe di moda, documenti, materiale di interesse etnografico, come ad esempio il telaio con il suo ciclo lavorativo, che ricompongono la storia, la cultura e le tradizioni del territorio ibleo. L'intento con il quale è stata avviata l'iniziativa ha trovato una sua forma in questi anni con mostre e studi del costume e delle tradizioni popolari del Mediterraneo arricchite da numerose attività per il recupero della cultura materiale come corsi di cucina, di tessitura tradizionale araba e siciliana e di sfilato. «Ci troviamo in grande difficoltà perché non riusciamo ad esporre tutto il materiale che, negli anni, abbiamo raccolto grazie a donazioni, ultima quella della famiglia Bonelli che ci ha consegnato preziosi ricordi - spiega Giovanna Giallongo, direttrice del Museo ed esperta museale - non possiamo permetterci grandi spese per l'affitto di altri locali e non nascondiamo che nutriamo una grande speranza nel poter un giorno andare ospiti presso l'ex convento del Carmine, in fase di restauro conservativo».

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