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In difesa dei produttori, a Ragusa i Forconi vanno avanti

RAGUSA. La protesta, questa volta, parte dai sindaci che vogliono dare risposte ai cittadini. Il presidio al porto di Tremestieri Etneo al momento è sospeso. Si attende il via libera dal prefetto di Messina per revocare l’ordinanza e modificare le rigide imposizioni dettate dalle questure della Sicilia che vietano la manifestazione dei Forconi che era stata programmata per il 28 luglio. Il sindaco di Niscemi, Ciccio La Rosa, giovedì sera, alla Camera di Commercio di Ragusa, in un’affollata assemblea del movimento dei Forconi, a parlare di una situazione drammatica: «Ci tolgono i finanziamenti e ci aggiungono altre assurde competenze - ha detto La Rosa - in una situazione economica disastrosa. Temiamo che la nostra gente, laboriosa e onesta, ma oramai esasperata, possa scendere in piazza e che i sindaci possano fare ben poco per fermare questa onda d’urto. Ci sono altri posti, ben più lontani da qui, dove affrontare i problemi e legiferare nell’interesse di tutti». Una tirata d’orecchie alla deputazione regionale che, secondo il sindaco di Niscemi, ha disatteso gli impegni con gli elettori. «Sono assenti sui problemi dei nostri territori - spiega il primo cittadino - in pochi conoscono il loro viso. Attendiamo con ansia la modifica della legge elettorale per dare una giusta identità ai nostri deputati». Presenti anche l’assessore di Vittoria, Maria Fiore, il sindaco di Acate, Franco Raffo, e i componenti dei comitati e delle sigle autonome. L’assessore Fiore ha invitato i produttori a sostenere la difficile vertenza. «Siamo pronti a partire, sin da subito, per un presidio simbolico – aggiunge l’assessore Fiore - attendiamo notizie da Messina». Il leader del movimento dei Forconi, Mariano Ferro, parla di una vicenda anomala con le autorizzazioni revocate da un provvedimento sottoscritto da tutte le questure della Sicilia. «Le risposte, da parte del governo nazionale, tardano ad arrivare - spiega Ferro - ma i divieti giungono in maniera puntuale. Rispettiamo i dispositivi delle questure ma non meritiamo un trattamento del genere. Abbiamo chiesto al governo di applicare delle norme sancite dai trattati - spiega il leader dei Forconi - che prevedono il blocco delle importazioni in caso di crisi di mercato. Quando le produzioni sono al di sotto dei costi di produzione, nel caso specifico gli ortaggi e i prodotti lattiero caseari, si devono chiudere le frontiere. Il meccanismo è molto semplice e potrebbe privilegiare la merce di straordinaria qualità dei nostri contadini». Il leader dei Forconi parla di una crisi di mercato che investe tutto il territorio nazionale, da Ragusa fino a Pachino attraversando la penisola per raggiungere Verona. «Tra breve il sindaco di Verona, Tosi sarà in strada con gli agricoltori - assicura il leader dei Forconi, Mariano Ferro - perché il prezzo delle mele e delle pere è al di sotto dei costi di produzione».

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