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Le villette «Rocciola Scrofani» a Modica, a giudizio in 95

MODICA. Il pubblico ministero Francesco Puleio ieri pomeriggio, ha chiesto il rinvio a giudizio per i 95 imputati, tra proprietari di immobili, direttori dei lavori e titolari dell’azienda costruttrice, oltre a cinque presidenti di cooperative edilizie, responsabili in via amministrativa, che sono comparsi davanti al giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Ragusa nel procedimento per le villette a schiera di contrada Rocciola Scrofani. I reati contestati vanno dalla truffa aggravata in concorso alle false dichiarazioni in atto pubblico, passando per l’abusivismo edilizio e la mutazione delle destinazioni d’uso degli immobili. L’indagine è stata svolta dalla Guardia di finanza. Il procedimento si sta svolgendo davanti al giudice Giovanni Giampiccolo. Subito dopo sono iniziate le arringhe difensive. I primi ad intervenire sono stati gli avvocati Michele Sbezzi, Gaspare Abbate, Rinaldo Occhipinti, Nunzio Citrella, Vittorio Cassì ed il siracusano Salafia. La difesa punta sul proscioglimento degli imputati per il reato di truffa e la prescrizione per l’abuvismo edilzio. Si torna in aula giovedì prossimo per le altre arringhe. Il collegio difensivo comprende anche gli avvocati Ignazio Galfo, Mimmo Barone, Robin Giannone, Salvatore Poidomani, Fabio Borrometi e Luigi Piccione.
L’indagine è nata da un esposto anonimo. Uno degli imputati, secondo l’accusa, avrebbe contribuito a presentare all’Utc un progetto edilizio diverso da quello inoltrato alla Regione per poter fruire del mutuo a tasso agevolato. Secondo l’accusa dalla diversità dei due progetti edilizi i finanzieri avrebbero accertato che le villette erano state modificate dai proprietari, con la realizzazione di un secondo appartamento interrato o di mansarde abusive, o annettendo il garage all’abitazione dopo averlo trasformato in soggiorno o salone. L’esposto anonimo dal quale hanno avuto origine le indagini, scattate nel 2010 e proseguite per oltre tre anni, sarebbe forse riconducibile ad una delle decine di persone all’epoca escluse dalle cinque cooperative indagate per l’accesso al mutuo agevolato di edilizia cooperativa della Regione.

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