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Ragusa, a giudizio un intero nucleo familiare L’accusa: circonvenzione d’incapace

RAGUSA. Al via davanti al Tribunale monocratico il processo per stabilire se è stato consumato il reato oppure no.
A giudizio, davanti al giudice Vincenzo Ignaccolo, ci sono B.R., V.I. e B.D., difesi dall’avvocato Enrico Platania, per il delitto di circonvenzione di persone incapaci commesso ai danni di C.A. e S.L., difese dall’avvocato Gianluca Gulino. Ieri sono stati sentiti i tre testi dell’accusa, rappresentata ieri dal pm Concetta Vindigni. Il 18 luglio toccherà a quelli della difesa ed all’esame degli imputati.
I fatti risalgono a diversi anni addietro e sono continuati sino al marzo 2010, sino a quando – cioè – l’amministratore di sostegno di S.L., affetta da oligofrenia medio-grave, esaminando i conti delle due signore, si è accorto che non quadravano ed ha presentato un articolato esposto al giudice tutelare ed ovviamente al procuratore della Repubblica. Sono così scattate le indagini a carico di un intero nucleo familiare, i tre imputati – appunto (rispettivamente: padre, madre e figlio).
Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza di Ragusa permettevano di appurare che gli imputati, grazie al rapporto di amicizia instaurato con le due persone offese (madre e figlia), parzialmente incapaci, erano riusciti a farsi delegare alla riscossione delle pensioni, ammontanti ad oltre 2.500 euro mensili, che però utilizzavano per se stessi, consegnando alle due donne la somma di circa 120 al mese.
Oltre a ciò, riuscivano anche ad indurre le due vittime a vendere loro l’appartamento di proprietà delle prime al prezzo di cinquantamila euro (del tutto inferiore al valore di mercato), che, per di più, neppure pagavano.
Queste le accuse che, se saranno provate, rappresentano addebiti assai gravi, sia giuridicamente, sia eticamente: l’ennesima triste storia di abuso nei confronti di chi non sa, non riesce, non può reagire. S.M.

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