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Comiso, torna in libertà il maresciallo arrestato

COMISO. Il Tribunale del Riesame (presidente Mario Amato), accogliendo parzialmente il ricorso del collegio difensivo composto dagli avvocati Giuseppe Di Stefano e Massimo Garofalo, ha rimesso in libertà il maresciallo dell’Arma residente a Comiso, finito ai domiciliari su ordine del Gip di Caltanissetta nell’ambito delll’inchiesta che ha portato in cella anche il maresciallo Giovanni Primo, arrestato il 12 maggio scorso assieme ad altri tre colleghi e a cinque imprenditori locali, nell’ambito di un’inchiesta avviata dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo nisseno e condotta dai militari del Ros, il Raggruppamento Operativo Speciale. Si tratta di S.G., comisano in servizio a Gela. La difesa ha smontato parte delle accuse ed il Tdl ha revocato la misura cautelare imponendo al sottufficiale l’interdizione dai pubblici uffici per due mesi. Non appena saranno depositate le motivazioni il collegio difensivo valuterà se ricorrere per Cassazione per fare cadere anche l’interdizione dai pubblici ufficiali in modo da fare rientrare in servizio il comisano. La sua posizione è defilata rispetto al maresciallo Primo e non gli vengono contestati reati di mafia ma solo un caso di corruzione che dovrà essere provato. Il maresciallo Primo, negli ultimi mesi era stato trasferito a Comiso ma i fatti risalgono ad epoca antecedente, ovvero quando prestava servizio a Gela. Primo davanti al Gip ha fornito la propria versione dei fatti, rimandano al mittente (in questo caso al collaboratore di giustizia Emanuele Cascino, ex fedelissimo del clan di Giuseppe Alferi “U Ierru), tutte le imputazioni che gli sono state rivolte. Tra gli indagati ci sono anche altri due militari, uno in servizio a Lampedusa e l’altro da poco in pensione per sopraggiunti limiti di età, entrambi all’epoca in servizio a Gela. Oltre ai quattro militari dell’Arma, i provvedimenti restrittivi firmati dal Gip di Caltanissetta, hanno interessato cinque imprenditori gelesi. S. M.

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