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Ragusa, nuova inchiesta sulla formazione

Chiesto dalla Guardia di finanza il sequestro di un milione e 200 mila euro ad un ente. Ipotizzata la truffa alla Regione. Una decina gli indagati. L’accertamento è nato dalla denuncia di una sindacalista. La struttura nel mirino operai in quattro centri della provincia

RAGUSA. Altra inchiesta sulla formazione professionale in provincia di Ragusa. La Finanza, al termine delle indagine delegate dal pm Federica Messina, ha depositato in Procura una informativa con contestuale richiesta di sequestro per equivalente della somma di un milione e 200 mila euro ai danni di un ente di formazione professionale che opera a Ragusa, Comiso, Modica e Vittoria. Gli indagati sarebbero una decina. Le indagini sono state condotte dal Nucleo di Polizia tributaria della Finanza di Ragusa. Il reato ipotizzato è la truffa aggravata ai danni della Regione ed il falso.
Le indagini sono cominciate un anno e mezzo fa dopo una denuncia di malversazione. A presentarla Valentina Spata, sindacalista del Confsal che dopo un mese, nel marzo del 2013, ha iniziato a ricevere una serie di minacce: «Valentina Spata, se non ti chiudi la bocca te la chiudiamo noi. Ti finisce veramente male». «Non posso fornire dettagli perché gli inquirenti stanno indagando - afferma al telefono Spata - so che ci sono gli avvisi di garanzia e che l’indagine sta andando avanti». Il colonnello Alessandro Cavalli, comandante provinciale della Finanza di Ragusa, conferma l’indagine ma aggiunge che il procuratore capo di Ragusa, Carmelo Petralia - in questa fase - non vuole rivelare particolari sull’ente di formazione oggetto delle indagini. Tutto fa pensare a un ente contro il quale la sindacalista l’anno scorso aveva presentato una denuncia per analizzare proprio l’operato di quell’ente di formazione professionale. Tra le irregolarità ravvisate dagli inquirenti ci sarebbero firme false nei registri di classe. Ai «raggi X» anche i ritardi nei pagamenti degli stipendi del personale, delle indennità degli allievi e dei fornitori.
Nel corso della sua attività sindacale Valentina Spata ha parlato più volte di formazione professionale. L’ultima sua dichiarazione pubblica è del settembre scorso. «Non si comprende - affermava Spata - come sia possibile che, nonostante la circolare assessoriale che prevedeva il rientro dalla cassa integrazione ad agosto 2012, il personale sia stato messo ugualmente in Cassa integrazione (non autorizzata) per i mesi di agosto, settembre e ottobre. Inoltre in merito ai mandati di pagamento, si conferma che è stato erogato il primo e il secondo 25 per cento, ma non si comprende il motivo per cui sono state pagate solo 6 mensilità ai dipendenti visto che è stata erogata la somma di 1.200.000 euro e che gli stipendi di tutti i lavoratori degli interventi formativi verrebbero ad incidere per molto meno».

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