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Processo sui "cani killer" a Scicli, stretta sui tempi

SCICLI. È diventata una corsa contro il tempo. Entro ottobre il Tribunale di Ragusa punta a chiudere il processo nato dall’indagine «Cani killer», quelli che il 15 marzo 2009 sbranarono ed uccisero, a Punta Pisciotto, in territorio sciclitano, il bambino modicano, Giuseppe Brafa. A novembre, infatti, uno dei giudici, Antongiulio Maggiore, quello che ha seguito il processo fin dal marzo 2012 quando è iniziato al Tribunale di Modica, infatti, è stato trasferito alla Corte d’Appello di Catania. Il nuovo collegio penale (Vincenzo Saito presidente, a latere Antongiulio Maggiore ed Elio Manenti), quindi, dopo avere escusso nuovamente i testi già sentiti davanti ad altro collegio, ha fissato altre tre udienze per concludere l’istruttoria: 30 maggio, 6 e 20 giugno, quando saranno citati anche i testi mai ascoltati in aula. La Procura, rappresentata ieri dal pm Alessia La Placa, nel corso dell’udienza udienza davanti al collegio penale di Modica, ha contestato l’aggravante sull’omicidio colposo a Virgilio Giglio, all’ex sindaco di Scicli, Giovanni Venticinque, a Saverio Agosta, Antonino Avola e Roberto Turlà, veterinari dell’Asp, su sollecitazione dei difensori di parte civile, Enrico Trantino e Salvo Maltese. Questo perché oltre alla tragedia del piccolo Giuseppe Brafa, sbranato e ucciso dai randagi nel marzo di 5 anni fa, ci furono nel periodo diverse aggressioni. La contestazione sposta il processo su un duplice aspetto: l’entità della pena prevista e i tempi di prescrizione. I genitori, il nonno e lo zio del ragazzino, si sono costituiti parte civile. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giovanni Riccotti La Rocca, Francesco Riccotti Fabio Ferrara, Fabio Borrometi, Luigi Piccione, Rosario Avveduto ed Enrico Platania. La Procura ha citato 57 testimoni. S.M.

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