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Vittoria, riordino ospedaliero: critiche al piano della Regione

VITTORIA. Il piano di riordino della sanità regionale non piace a Forza Italia di Vittoria. Prende posizione il capogruppo dei forzisti in consiglio comunale, Salvatore Artini. «Il piano di riordino della rete ospedaliera in provincia di Ragusa - spiega Artini - è argomento serio che deve essere affrontato con responsabilità e ponderazione e non come tema politico per attirare l'attenzione dei cittadini». Artini spiega di non condividere il piano, con i posti letto in più accorpati in piccoli presidi, e le scelte volute dall'assessore Lucia Borsellino e dal presidente della commissione Sanità, Giuseppe Digiacomo.
«Di Giacomo afferma di avere salvato 37 ospedali "piccoli". Ma quali servizi offrono questi presidi? È un'arma a doppio taglio: se da un lato si vuol far capire che vi è interesse a salvaguardare, in ogni comune ragusano, un ospedale, dall'altro lato - dati alla mano - in quei presidi mancano i servizi essenziali per affrontare in sicurezza le patologie importanti. Non è possibile sottoporsi ad esami specifici, per mancanza di macchinari, quali TAC, risonanza magnetica, rianimazione o addirittura radiografie ecc. Mi chiedo: a cosa serve aumentare i posti letto se poi mancano servizi e personale? Se non vi è tecnologia e competenza? Un malato può rimanere a casa propria se sanità significa solo ed esclusivamente posto letto». Artini ritiene che in provincia di Ragusa ci sia «un numero eccessivo di ospedali "piccoli", privi di macchinari e di personale. Ci ritroviamo ospedali ove si registrano numerosissimi accessi all'anno, ma con un numero limitato di medici, infermieri e personale para-medico». Cita il caso del Pronto Soccorso dell'ospedale di Comiso. «Ci sono cinque medici, un numero quasi pari a quello del Pronto Soccorso di Vittoria, dove si effettuano 37.000 accessi l'anno». Artini ha una proposta diversa: a suo parere, bisognerebbe trasformare i piccoli ospedali «in RSA, residenze sanitarie assistite, destinate ad ospitare soggetti prevalentemente non autosufficienti anziani e no, malati Alzheimer, disabili non assistibili a domicilio e richiedenti trattamenti continui e finalizzate a fornire accoglienza, prestazioni sanitarie, assistenziali, di recupero funzionale, sociale e riabilitative».

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