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Ragusa, la protesta degli indigenti Chiedono i sussidi e un lavoro

RAGUSA. Monta la protesta degli indigenti che, ieri pomeriggio, hanno occupato l'aula consiliare di Palazzo dell’Aquila prima dell'inizio della seduta della civica assise. Insieme a Cgil ed al Partito comunista dei lavoratori, una trentina di ex sussidiati ha voluto incontrare il sindaco, Federico Piccitto, per chiedere conto e ragione delle "promesse" di quindici giorni fa. Se da un lato, infatti, non partono per colpa della Regione i Cantieri di servizio dall'altro si attendevano altri sussidi straordinari per settantamila euro. Soldi che, secondo i manifestanti, l'assessore ai Servizi sociali, Flavio Brafa, avrebbe promesso che sarebbero arrivati prima di Pasqua. Ma è stato lo stesso primo cittadino a chiarire che l'amministrazione vuole rivedere la graduatoria attualmente a disposizione dei Servizi sociali per l'erogazione dei contributi, in modo da evitare che siano sempre gli stessi soggetti a percepire un sostegno, anche se minimo. Proprio in questi giorni, infatti, la giunta aveva approvato il nuovo bando pubblico per l'erogazione dei contributi economici in favore di famiglie in situazioni di disagio socio economico. La controparte, ossia indigenti e Cgil, hanno spiegato al primo cittadino che di questo tipo di procedure non erano stati informati da nessuno, e che invece si attendevano quei settantamila euro. Somme che, a questo punto non arriveranno, almeno nell'immediato. L'amministrazione, tuttavia, ha promesso che entro il due o tre maggio partiranno i bandi lavoro per la custodia di ville e bagni pubblici. Un iter infinito, con ritardi che sarebbero da addebitare a questioni burocratiche. Cgil e Partito Comunista dei Lavoratori tuttavia credono poco che possa essere rispettata quella data. Per martedì prossimo è previsto un nuovo incontro insieme agli indigenti per decidere il da farsi. Ma la parola d'ordine è la "linea dura". La Cgil chiede a tutti i consiglieri un impegno concreto. L'argomento, com'era prevedibile, è diventato anche motivo di accesa querelle tra maggioranza ed opposizione. Da.Bo.

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