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Pozzallo, l’accoglienza inizia dalla conoscenza

POZZALLO. Una mano tesa ai migranti già dai banchi di scuola. A Pozzallo, cittadina messa a dura prova dai numerosi sbarchi, l'istituto Comprensivo "Amore", guidato dalla dirigente Mara Aldrighetti, ha voluto organizzare diversi incontri tra gli studenti e i migranti ospiti del Centro di Prima Accoglienza. Nel primo incontro a raccontarsi sono i ragazzi provenienti dalla Nigeria e del Gambia, accompagnati dalle assistenti sociali, da Padre Benjamin rappresentante della diocesi di Butembo Beni e da Angela Sigona, responsabile delle missioni della Chiesa Madre di Pozzallo. I ragazzi africani rispondono alle domande degli studenti, grazie alla mediazione linguistica della docente Rina Gennaro, e raccontano di aver lasciato le loro famiglie, a causa della guerra, per motivi economici e politici. Molti di loro sono passati anche dalle torture della Libia: «Tutti devono conoscere la situazione attuale dell'Africa per lottare insieme». Sentono il bisogno di avere istruzione: «Solo l'istruzione - ripetono - rende liberi. Cerchiamo istruzione, non carriera».
Uno di loro, 16 anni, racconta, mostrandone i segni, le torture subite nel suo paese, dove è stato raggiunto nella sua casa da uomini armati che volevano costringerlo ad avere la stessa idea politica: «Per non avere altri di questi segni sul corpo ho deciso di scappare». Un altro ha lasciato il Gambia per aiutare la sua famiglia che non ha da mangiare: «I ricchi non si occupano dei poveri, pur essendoci la democrazia, ma anzi li sfruttano». Sentono la mancanza delle loro famiglie anche se si trovano bene al centro di prima accoglienza e per questo ringraziano Pozzallo e l'Italia. Trascorrono le giornate studiando la cultura, la lingua e le regole dell'Italia. Raccontano che a differenza dell'Italia, in Africa fin da piccoli i ragazzi devono imparare a badare a loro stessi: «I nostri sono due mondi completamente diversi». Raccontano che in giro per la città alcune persone ridono o li guardano con ostilità e che su consiglio dell'assistente sociale del centro hanno iniziato loro a salutare per primi con un semplice «ciao»: «Sono soprattutto i ragazzi di Pozzallo a rispondere al nostro saluto in maniera spontanea». Il momento più emozionante dell'incontro vede i ragazzi africani cantare una canzone nella loro lingua. Impegnata nell'organizzazione degli altri due incontri, uno sportivo e uno gastronomico, la dirigente Aldrighetti commenta: «Ci ha commosso la sofferenza di un popolo. Ringrazio tutti e in particolare gli studenti che hanno dimostrato di essere delle persone vere».

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