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Scicli, Cannata «bacchetta» il Palazzo: «Dimenticate l’emergenza occupazione»

Il segretario del Pd: «A Palazzo, forse occupandosi per mesi di dissesto economico e di deficit di bilancio con cifre a sei zeri, non si riesce a capire quello mensile a 2-3 cifre dei disoccupati»

SCICLI. Il Consiglio comunale di Scicli tornerà a riunirsi nella sua sede primaria, al secondo piano del palazzo municipale, non appena verrà cerficata la piena fruibilità dell'aula consiliare. È questo l'indirizzo contenuto nella mozione votata all'unanimità nella seduta di martedì sera quando i lavori si sono tenuti nel salone in stile liberty del piano terra del Municipio. Lavori che hanno permesso di "scorrere" il lungo elenco delle interrogazioni scritte in agenda non tralasciando la parentesi politica con un magistrale intervento del consigliere indipendente del Partito Democratico, Enzo Giannone, il quale ha invitato tutti a lavorare per il bene della città lasciando fuori polemiche ed attriti fra le parti. Non si esclude che già questa sera la seduta del Consiglio possa tenersi al secondo piano del palazzo, nell'aula consiliare dopo la trasmissione delal certificazione di fruibilità che dovrebbe redigere il Disaster manager comunale di Protezione civile, Ignazio Fiorilla. Nel corso dei lavori di martedì sera è stato approvato il punto riguardante le zone bianche, quelle aree del territorio che mancano di una precisa indicazione urbanistica che da tempo attendono il pronunciamento dei consiglieri. Ed intanto ieri il segretario cittadino del Partito Democratico, Armando Cannata, ha ricordato l’emergenza lavoro chiedendo un incontro all'assessore alle Politiche sociali, Lina Basilico: «Al Palazzo, forse occupandosi per mesi di dissesto economico e di deficit di bilancio con cifre a sei zeri, non si riesce a capire quello mensile a 2-3 cifre dei disoccupati che, numerosi, hanno presentato la domanda al bando sui cantieri di servizio. Sappiamo che si tratta di un impegno part-time di poco più di 50 persone per 3 mesi appena. Le richieste sono tante e tanto il ritardo».

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