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Aeroporto di Comiso, prosciolta l’ex giunta Digiacomo: «Nessun abuso d’ufficio»

RAGUSA. Il deputato regionale del Pd, Pippo Digiacomo, nella qualità di sindaco del comune di Comiso in carica il 18 settembre del 2007, è stato prosciolto dal giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Ragusa dall’accusa di abuso d’ufficio. Digiacomo era finito davanti al giudice Claudio Maggioni insieme alla giunta comunale in carica all’epoca: il vice sindaco Giovanni Occhipinti, gli assessori Luigi Bellassai, Carmelo Brafa, Ivana Latino, Daniele Montevergine e Alessandra Nepote; dello stesso reato erano accusati anche il segretario generale Giovanna Iacono e Biagio Picarella, presidente dell’Areo Club di Comiso.
Il giudice delle udienze preliminari ha disposto il non luogo a procedere perchè il fatto non sussiste così come richiesto dall’avvocato difensore Maurizio Catalano, legale degli otto amministratori, compreso il segretario generale, mentre Picarella è stato difeso dall’avvocato Beneventano. L’avvocato Catalano ha difeso sei imputati di fiducia e due d’ufficio, Iacono e Brafa, in sostituzione del collega Valentino Coria. Il pubblico ministero Marco Rota aveva chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati.
La vicenda ruota attorno all’aeroporto di Comiso. Nello specifico gli imputati con la delibera 251 del 18 settembre 2007 con cui veniva accolta la richiesta dell’Aereo Club di Comiso, avrebbero abusato del loro ufficio modificando un precedente contratto di comodato secondo una nuova planimetria inglobante superfici e fabbricati di pertinenza dell’aeroporto che venivano così concessi all’Aereo Club per la realizzazione di un hangar e per la destinazione a sede di uffici dello stesso, in tal modo procurando a Picarella un ingiusto vantaggio patrimoniale costituito dall’uso gratuito per finalità private di una struttura pubblica.
Le indagini sono state ultimate il 24 ottobre del 2012 sotto la direzione del procuratore Carmelo Petralia. Secondo l’accusa, caduta in aula, gli imputati avevano abusato della disponibilità di fatto delle strutture dell’allora costruendo aeroporto casmeneo, omettendo di richiedere le relative autorizzazioni all’Enav, all’Enac ed alla società di gestione dell’aeroporto, determinando concreto e prevedibile pericolo per la sicurezza degli impianti installati e in corso di installazione e per gli esecutori dei relativi lavori, determinando un intralcio nell’esecuzione delle opere e conseguentemente un ritardo nell’ultimazione dei lavori di costruzione, destinando ad uso privato una struttura pubblica di primario interesse in corso di realizzazione con finanziamenti pubblici.

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