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Estorsioni a 14 parroci, due arresti a Vittoria Le vittime accordano il loro perdono

RAGUSA. Erano diventati il terrore dei parroci di Vittoria: pugni, calci, sputi, aggressioni violente e minacce in privato, ma anche in pubblico, alla presenza di fedeli e catechisti, per ottenere soldi. Non si sarebbero fermati neppure davanti a un prete che doveva celebrare messa: bloccato nella sacrestia per ottenere la somma richiesta ha dovuto celebrare la funzione in ritardo sull'orario previsto. Sono Orazio e Giuseppe Sciortino, di 34 e 32 anni, i due fratelli 'terribilì che per oltre due anni, secondo l'accusa, avrebbero taglieggiato 14 parroci a Vittoria, nel Ragusano. A mettere fine alle loro incursioni nelle chiese, che avrebbero fruttato loro circa 2.000 euro, sono stati i carabinieri della locale compagnia e del comando provinciale di Ragusa. A accusare uno dei due fratelli, e da qui il nome all' operazione, 'Brothers', ci sono anche immagini di telecamere che lo riprendono mentre riga, disegnando delle 'X' con un cacciavite, la carrozzeria dell'auto di un sacerdote 'colpevolè di non averlo fatto entrare in chiesa e quindi di avergli impedito di incassare quello che riteneva il 'dovutò. Con grande determinazione - si vede dalla registrazione - uno dei due ha anche distrutto gli specchietti retrovisori, i tergicristalli e l'antenna della vettura del prete parcheggiata davanti la parrocchia. I sacerdoti-vittime, tutti ultra 65enni, all'inizio sono stati restii a collaborare per il ruolo rivestito, e hanno accordato ai due fratelli il 'perdonò per quanto subìto. «I parroci - ha spiegato il procuratore capo di Ragusa, Carmelo Petralia - per loro compito e natura sono meno restii degli altri a reagire e denunciare, perchè il loro primo compito è quello del perdono spirituale». In alcuni casi i fratelli Sciortino si sarebbero impossessati di telefoni cellulari, svuotato le cassette delle elemosine e si sarebbero appropriati di genere di prima necessità, soprattutto alimenti, destinati alla Caritas e ai poveri del paese.  Le indagini sono state avviate dopo un'irruzione in chiesa nel maggio del 2013 quando Orazio Sciortino, alle presenza di catechisti, ha obbligato, minacciandolo, un sacerdote a consegnargli dei soldi e alla fine, insoddisfatto dall'entità della somma ricevuta, gli ha sputato in faccia. Nei confronti dei due fratelli i carabinieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Ragusa, Giovanni Giampiccolo, su richiesta del procuratore capo Carmelo Petralia e del sostituto Gaetano Scollo, che ipotizza, a vario titolo, i reati di tentativo di estorsione, rapina danneggiamento, minaccia e ingiuria.

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