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Carta di debito, scatta l’allarme: «Penalizzati i commercianti»

RAGUSA. "Mancano pochi giorni e il silenzio da parte delle istituzioni non lascia ben sperare: in base al decreto «Crescita 2» dal primo gennaio scatta l'obbligo, per tutti coloro che svolgono attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi (professionisti inclusi), di dotarsi di strumenti per consentire il pagamento tramite carte di debito". È quanto afferma il presidente del sindacato provinciale gioiellieri, Enzo Buscemi, raccogliendo le perplessità che a livello nazionale sono state espresse dal presidente di Federpreziosi, Giuseppe Aquilino. "La norma - dice Buscemi - prevede tuttavia il conferimento di delega a decreti del ministro dello Sviluppo economico e del ministro dell'Economia e delle finanze, sentita la Banca d'Italia, per la definizione di eventuali importi minimi e modalità per i differenti soggetti destinatari. Ad oggi, però, manca ancora il decreto attuativo senza il quale, e in mancanza di proroghe, l'obbligo scatterà per qualsiasi importo e per qualsiasi servizio, con le conseguenze immaginabili sulle vendite di prodotti o servizi di bassa entità, considerando le commissioni attualmente previste a carico dell'esercente. Notevoli sono le perplessità espresse dal nostro sistema. Infatti, ci troviamo a dover fronteggiare una "pioggia" di normative di ogni genere che ci disorienta, ma, soprattutto, ci lascia perplessi. Non era dunque possibile formulare precise disposizioni già nella normativa originaria? Oggi ci ritroviamo - e penso in particolare ai piccoli artigiani, agli orologiai - ad ottemperare un obbligo inutile per pagamenti al di sotto della soglia dei mille euro. Ben venga tutto quando è finalizzato alla trasparenza, alla legalità, ma questo nuovo sacrificio che viene richiesto di affrontare va ancora una volta a esclusivo beneficio di un sistema bancario che dal canto suo è poco incline a venire incontro alle esigenze delle nostre imprese". G.N

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