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Regione, la riduzione delle indennità I deputati iblei si mostrano favorevoli

Assenza di Fi chiede norme equilibrate, Ferreri dei 5 Stelle: «Un nostro punto di forza». Ragusa dell’Udc: sì al decreto Monti

RAGUSA. Nell’ottobre del 2012 in provincia di Ragusa sono stati eletti cinque deputati all’Asssemblea regionale siciliana: i riconfermati Pippo Digiacomo del Partito democratico ed Orazio Ragusa dell’Udc, e le new entry Giorgio Assenza del Pdl (ora ha scelto Forza Italia e questa settimana dovrebbe essere formato il gruppo come assicura lo stesso avvocato comisano), Nello Di Pasquale della lista Crocetta ora facente parte del gruppo Megafono, e Vanessa Ferreri del Movimento 5 Stelle. A parte Dipasquale che è risultato non rintracciabile, tutti sono favorevoli alla riduzione delle indennità per abbassare i costi della politica anche se Giorgio Assenza pone delle riserve su alcune questioni. Infatti il deputato regionale forzista afferma che «non c’è nessun preconcetto a volere ridurre l’indennità, ma è importante che si faccia una norma equilibrata per evitare che si arrivi alla conclusione che fare il deputato diventi una prerogativa per un disoccupato e quindi diventa un mestiere o per persone come Berlusconi. Per esempio sarebbe bene introdurre delle diferenze tra chi è di Palermo e chi è di fuori». Per Pippo Digiacomo «la riduzione in un clima di spending review mi trova favorevole. Ma per uno del Partito democratico che versa il 30% al proprio partito per il funzionamento e quindi già abituato alla riduzione, l’ulteriore taglio non certo cambierebbe lo stato delle cose, perchè caso mai andrebbe ad incidere sulla quota da versare al partito, ma è solo un esempio ed un discorso complicato da fare adesso». Orazio Ragusa dell’Udc o dei Popolari per l’Italia non ha dubbi: «Sono favorevole al decreto Monti e quindi alla riduzione già prospettata. Dico solo che con questo taglio va via un 40%». Il deputato Vanessa Ferreri del Movimento 5 Stelle è ovviamente favorevole perchè i pentasellati già la riduzione l’hanno operata. «È un nostro punto di forza. È giusto il taglio dell’indennità. Percepire 15.700 euro ogni deputato in un periodo di spending review è sbagliato. E poi dovevamo recepire il decreto Monti. Lo dovevamo fare all’Ars ed ancora non si è fatto nulla. Oggi io percepisco 2.500 euro più il rimborso spese. Perchè non si adeguano anche gli altri e così i soldi andrebbero nel fondo del microcredito? A proposito il disegno di legge è in dirittura d’arrivo e quindi a dicembre può darsi che parta».

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