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Ragusa, dieci bambini diventano «cittadini» Piccitto: «Serve la legge sullo ius soli»

RAGUSA. Cittadini onorari. Un gesto simbolico, nella speranza che «l'intervento legislativo affronti una questione così importante». Il sindaco, Federico Piccitto, ha ribadito la propria posizione sulla cittadinanza onoraria ai bambini nati in Italia da genitori stranieri. Lo ha fatto ieri mattina, nell'aula consiliare, dinanzi ai bambini, alle maestre e alle volontarie dell'Unicef, in occasione della Giornata mondiale per i diritti dell'Infanzia. Con la consapevolezza di chi porta la fascia tricolore ed affonta quotidianamente i problemi concreti della gente verificando sul campo quale possa la difficoltà per un migrante dettata dall’assenza di una legge sulla cittadinanza, Piccitto conferma la propria idea sullo ius soli, appunto il diritto di cittadinanza a chi nasce in Italia. «È un'altra grande battaglia di civiltà da fare. Stiamo diventando sempre più - spiega - un modo multietnico, in cui chiudersi non ha senso. Ci sono bambini che sono nati da genitori stranieri, ma magari parlano il nostro dialetto, vivono qui, vanno a scuola qui. Questi bambini, è il mio pensiero, hanno diritto alla cittadinanza». Una dichiarazione lontana da quelle del leader del suo movimento, anche se le affermazioni di Piccitto non appaiono come il segno di una volontà di "rottura" con Beppe Grillo, ma solo di espressione di un convincimento personale e generalizzato, che dalla società civile alla Chiesa "preme" per il riconoscimento di questo diritto. Nell'aula consiliare una rappresentanza di bambini del plesso Ecce Homo dell'Istituto comprensivo "Pascoli". In quel plesso la presenza straniera è del 41,80 per cento. «Abbiamo avuto fino a diciotto o diciannove diverse etnie - ha spiegato il dirigente scolastico, Rosario Pitrolo -. Per noi questi bambini sono una risorsa». Di risorsa ha parlato lo stesso primo cittadino, che prima della cerimonia ha voluto salutare uno per uno i bambini. «Voi avete tanti diritti - ha detto - tra questi c'è quello al gioco. Per questo stiamo risistemando tante bambinopoli. Ma avete anche dei doveri, come quello di studiare. È importante che ognuno di noi ricordi sempre che le diversità sono una ricchezza, anche perché al di là delle differenze culturali siamo tutti uguali». Poi ha consegnato l'attestato con la cittadinanza onoraria, un atto simbolico, a dieci bambini. Il più piccolo Esak, tre anni, dell'Eritrea. A due bambini algerini, Yacine di 9 anni e Rimel di 5; due bambini rumeni, Iulian di 10 e Camelia di 9. Ed ancora a Naomi, 4 anni, dell'Etiopia; Taiwo, 5 anni, della Nigeria; Hayat, 5 anni, del Sudan; Naod, 6 anni, della Libia; Alessia, 10 anni, Albania. A tutti i bambini è stata donata una copia della Costituzione italiana. A dare il benvenuto era stata la responsabile dell'Unicef, Ida del Vecchio, che ha ringraziato l'amministrazione.

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