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Ragusa calcio sull’orlo del precipizio: le prime due "defezioni"

RAGUSA. Il Ragusa Calcio inizia a perdere pezzi. In vista della riapertura delle liste, in programma per il primo dicembre, ieri non si sono presentati agli allenamenti i difensori Antonio Spadafora, classe 1994 e Kofi Takyi, classe 1993. Il primo è stato quasi sempre titolare mentre il secondo dapprima ha avuto problemi di tesseramento, quindi, si è infortunato e sabato è rimasto a Ragusa per scelta tecnica. Spadafora domenica non era utilizzabile perché oggi sarà appiedato per un turno dal Giudice sportivo per somma di ammonizioni. Alla due partenze non ha fatto da contraltare nessun arrivo anche se era stato annunciato qualche puntello.

In sede nessuno dei dirigenti provenienti da oltre lo Stretto. Allo stadio c’erano il segretario Mario Mirabelli ed il team manager Giovanni Criscione, entrambi ragusani, tra i pochi a sostenere ancora nel team azzurro. Intanto ieri è arrivata l’offerta di una cordata che intende rilevare il team azzurro a costo zero assumendosi l’onere di salvare la serie D pagando il pregresso con i fornitori di servizi. La situazione come è facile capire è sempre più nebulosa. Dopo la gara interna contro l’Hintereggio la trasferta sul campo dell’Agropoli è fortemente a rischio.

«Siccome non ha più senso piangere sul latte versato - afferma il delegato provinciale Coni, Sasà Cintolo - mi metto a disposizione sin da ora, anche nei confronti dell’Amministrazione comunale, per cercare di fare chiarezza su quanto sta accadendo e sui percorsi che si stanno attivando. Da un lato il neo presidente si lamenta che è stato lasciato solo dalla città (ma bisognerebbe capire chi sarebbe ancora intenzionato a dare credito a questo gruppo dopo tutto quello che è accaduto in così poco tempo), dall’altro si è andata a configurare una situazione complessiva sempre più paradossale, tanto che anche i componenti delle tifoserie organizzate hanno tirato i remi in barca. Ecco perché è opportuno lanciare ancora una volta, pur nelle prerogative gestionali su cui la società azzurra può contare, un semplice grido d’allarme, facendo comprendere che la situazione è tutt’altro che rosea. Non parlo solo del fatto sportivo, ci sarà tempo per recuperare, ma di un problema di gestione che, ne sono certo, emergerà, se non subito, tra qualche tempo, magari appena qualche settimana. E poi, saranno di nuovo dolori».

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