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Ragusa, Cattedrale gremita per salutare il santo dei bambini

RAGUSA. Un fiume ininterrotto di gente per salutare don Bosco. Da Pozzallo a Ragusa, passando per Modica. In tre giorni l'urna con le reliquie del santo dei Giovani è stata visitata da migliaia di persone. Almeno cinquemila solo nel capoluogo. Ma al di là dei numeri, è l'intensità dei momenti a "raccontare" il forte legame del territorio ibleo con don Bosco e con i Salesiani. Martedì sera, nella Cattedrale di Ragusa, prima dell'inizio della messa, il sindaco, Federico Piccitto, ha letto un atto di affidamento della città al santo torinese che spese tutta la sua vita in favore dei giovani, impegnandosi in prima persona ad aiutarli a diventare "buoni cristiani e onesti cittadini". «Come Don Bosco - è un passaggio dell'atto di affidamento - vogliamo sognare, sognare il lavoro per i nostri giovani, il pane per tutti i poveri, la casa per i più bisognosi, la pace per le famiglie, un futuro onesto per la nostra comunità. Ti vogliamo affidare i nostri oratori, le nostre parrocchie, i nostri quartieri, tutta la nostra città, perché crediamo che Dio abita lì dove lo si lascia entrare e noi oggi vogliamo che entri e resti nella vita di ciascuno di noi». Non è riuscito poi a trattenere l'emozione davanti l'urna, ricordando il suo legame con l'Oratorio salesiano. Nell'omelia, il vescovo Paolo Urso, che concelebrava con una trentina di sacerdoti, ha invitato i Salesiani ad essere sempre da stimolo per le parrocchie affinchè creino ciascuna un oratorio, un luogo "dove ciascun ragazzo si senta amato". «Don Bosco - ha aggiunto il presule diceva sempre - basta che siate giovani perchè io vi ami assai. È quell'assai che fa la differenza e che fece la differenza nella vita di questo santo». Tra le preghiere dei fedeli, una molto intesa sulla questione della Formazione professionale che, sognata da don Bosco per dare "pane e lavoro" ai suoi giovani, e che adesso rischia invece di essere "cancellata" per via delle scelte del governo regionale. Dopo la tappa in Cattedrale, il rientro all'Oratorio, dove già nel pomeriggio don Bosco era stato salutato da centinaia di bambini: canti e coreografie. In serata la veglia di preghiera con i giovani della città. Ieri mattina circa millecinquecento studenti hanno visitato una mostra sulla vita del santo ed hanno poi recitato una preghiera dinanzi l'urna. Anche a Modica e Pozzallo l'urna è stata accolta con grande emozione. Ieri, poco prima delle quattordici, l'urna ha lasciato Ragusa per raggiungere Gela. Da.Bo.

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