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Furti e razzìe in aziende e negozi di Modica, sgominata una banda di rumeni

Arrestati 5 giovani stranieri: sorpresi in flagranza, fuggono, ma vengono bloccati dopo un lungo inseguimento

MODICA. Arrestati i componenti della banda che aveva messo a “ferro e fuoco” aziende modicane e non solo. Si tratta di 5 rumeni che ora devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti in concorso. Sono stati anche denunciati per ricettazione. Dopo una serie di furti a Modica e nei territori limitrofi, anche di altre province, gli agenti del commissariato di via Cornelia hanno avviato un’attività d'indagine ad ampio raggio, disponendo servizi nei pressi delle abitazioni di rumeni sospetti. Rilevante è apparsa la frequentazione di alcune zone difficili da controllare, forse convinti di potere agire impunemente. Dumitru Alin Smaranda, 28 anni, Mihaita Adrian Radu, 21 anni, Toma Mihai Tataru, 19enne, Cristu Costantin Dumitran, 23 anni, Laurentiu Gigi Tutueanu, 19 anni, avevano l'abitudine di tornare nei posti in cui avevano già agito con lauti bottini, come a Modica.
Venerdì scorso, gli agenti, coordinati dal dirigente Maria Antonietta Malandrino, hanno intuito che i rumeni si apprestavano a compiere un furto, stavolta a Caltagirone. In collaborazione con il locale commissariato si decideva di effettuare appostamenti ad ampio raggio con auto civetta. Tra i capannoni della zona industriale calatina, alcuni in disuso, erano stati notati 5 giovani che, alla vista dell’auto della polizia, fuggivano, abbandonando la refurtiva che stavano caricando su una Bmw serie 5. Inseguiti dai poliziotti di Modica, si dirigevano sulla la SS. 417 in direzione Catania, mentre gli agenti di Caltagirone appuravano in loco che due capannoni erano stati forzati e depredati. La Bmw, dopo un lungo e pericoloso inseguimento, è stata bloccata nei pressi della base Nato di Sigonella, in una zona disabitata, grazie anche all’ausilio delle volanti di Catania. Dalle perquisizioni in auto e, poi, nell’abitazione rurale dov'era il loro covo sono stati trovati arnesi atti allo scasso, circa 300 chili di rame, sigarette asportate sicuramente dalla ricevitoria Macauda di Modica in settembre, un veicolo rubato a Ragusa e totalmente distrutto da incendio, e conserve di olive.
Sono stati rinchiusi nel carcere a Caltagirone a disposizione del pm, Antonio Nicastro, della Procura di Siracusa. Non è esclusa l’ipotesi di reato del tentato omicidio, per la sparatoria con la guardia giurata modicana, quando questi sventò il furto nella rivendita “Pane condito” ed esplose, a sua volta, 7 colpi in aria e uno contro l’auto dei malviventi, centrando una gomma, dopo un breve inseguimento. Il titolare del panificio aveva già subìto in due settimane un tentato furto con effrazione e un furto di 4mila euro. Poi l’ultimo tentativo sfociato nella sparatoria. Il panificio si trova a poche centinaia di metri dal bar ricevitoria Macauda annessa al distributore di carburanti sulla Modica Ispica, visitato dagli stessi ladri per ben due volte in 48 ore per un bottino complessivo di 35mila euro.

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