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Razzie di computer nelle scuole di Comiso, individuata una gang: 5 i minorenni

Nelle abitazioni degli undici malviventi, otto computer, sette monitor, un televisore, una tastiera e tre hard disk

COMISO. Si fa luce su una serie di episodi di cronaca che hanno funestato l'estate comisana: furti a ripetizione nelle scuole, ma anche nelle case di abitazione e nelle attività commerciali. Le indagini dei carabinieri, alla fine, hanno dato l'esito sperato. Responsabili dei furti a ripetizione, delle razzie nelle scuole, che avevano rischiato di bloccare buona parte dell'attività didattica, sono un gruppo di undici immigrati, tutti rumeni. Sono giovanissimi e, tra loro, ci sono cinque minorenni.
Qualcuno, addirittura, frequentava di giorno la scuola dove poi, la notte, assieme ai suoi complici andava a rubare. Una sorta di palo che, a margine delle lezioni, dava un'occhiata in giro, scrutava in segreteria e nell'aula informatica, cercando di capire quali porte potessero essere violate con facilità. E la notte, dopo aver forzato facilmente una finestra per entrare (nessuna delle scuole ha un impianto di videosorveglianza), era facile prelevare computer, pc, monitor, televisori. Non era facile stringere il cerchio delle indagini. Alla fine, i carabinieri ci sono riusciti. Nelle abitazioni degli undici, in varie parti del centro abitato, è stata trovata parte della refurtiva: 8 computer, 7 monitor, un televisore, una tastiera, 3 hard disk. I computer, in parte, sono già stati riconosciuti dai presidi e dal personale delle scuole e verranno restituiti.
Provengono dai furti commessi ai danni della scuola elementare Senia, colpita più volte in primavera e nel mese di settembre, nelle medie Verga e Pirandello. Ma la maggior parte del materiale ha già preso il volo: verso il mercato nero, forse anche verso quello rumeno.
I malviventi smontavano i computer, li ri-assemblavano, in modo da rendere impossibile la ricerca della provenienza. Gli undici rumeni sono stati denunciati a piede libero per ricettazione e furto aggravato dalla violenza sulle cose nonché commessa su ben pubblici. L'accusa di furto è scattata grazie ad alcune testimonianze (alcune persone, in vario modo, avevano visto i ladri) e grazie alle ammissioni degli stessi indagati. Per i cinque minorenni la segnalazione è stata inviata alla Procura presso il Tribunale dei minorenni di Catania. Nessun arresto, a causa della trascorsa flagranza, ma i rumeni subiranno un regolare processo. E sanno già che gli occhi degli inquirenti sono puntati su di loro. Non sarà più possibile continuare nelle razzie notturne.

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