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«Si cambia registro», approvato a Ragusa il regolamento per le persone dello stesso sesso

RAGUSA. La giunta municipale ha dato il via libera all'istituzione del Registro delle unioni civili, approvando anche il regolamento. 


I due atti sono stati trasmessi al consiglio comunale per il "sì" definitivo, anche se la posizione favorevole era stata espressa già in campagna elettorale da quasi tutti i gruppi politici.


Il regolamento si compone di sei articoli. In particolare, l'articolo tre, specifica che "possono chiedere di essere iscritte al registro delle unioni civili due persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso, residenti e coabitanti nel Comune di Ragusa, non legate tra loro da vicoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela, ma da vincoli affettivi o motivi della reciproca assistenza morale o materiale".


Le iscrizioni nel registro possono avvenire esclusivamente sulla base di una domanda presentata al Comune congiuntamente dagli interessati. L'iscrizione non può essere richiesta da coloro che facciano già parte di una diversa unione civile, i cui effetti non siano cessati al momento della domanda di iscrizione, né da persone coniugate fino al momento dell'annotazione della separazione personale sull'atto di matrimonio.


L'articolo 5 chiarisce, poi, che "il cessare della situazione di coabitazione o residenza nel comune di Ragusa determina la cancellazione dal predetto registro". «È un grande risultato - spiega Gianni Iacono, presidente del consiglio comunale ed esponente di Partecipiamo, la lista che aveva raccolto centinaia di firme per l'istituzione del registro -. È un bel risultato per tutta la città ed anche un riconoscimento al lavoro di Partecipiamo». Entusiasta il commento di Arcigay.


«Mentre la politica nazionale si avvita su sé stessa, dalla giunta del comune di Ragusa - afferma Daniela Tomasino - arriva un segnale importante di attenzione ai diritti: il primo atto per un riconoscimento dei diritti delle famiglie anagrafiche. Sempre più amministrazioni locali, come ad esempio anche il comune di Palermo, si dotano di strumenti per venire incontro alle esigenze quotidiane di tutti i cittadini, sostituendosi, per quanto di loro pertinenza, a una politica nazionale troppo distratta, lontana, ripiegata su sé stessa. Mi auguro che anche altri comuni ed amministrazioni locali si dotino di strumenti simili: è sui diritti civili che si fonda la civiltà, è dai diritti che la politica ha il dovere di partire».


Adesso ci vorrà un passaggio in commissione e poi il voto in aula prima di rendere operativo il registro. Dal primo ottobre è già in funzione, invece, quello relativo ai testamenti biologici.

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