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Torrette di salvataggio a Santa Croce, protestano i turisti: «Tre sono poche»

RAGUSA. Tre torrette di salvataggio in un litorale molto vasto. Sedici gli «angeli del mare» che dovranno garantire la sicurezza fino al 31 agosto su un litorale che si estende da Casuzze fino a Punta Secca. Poche in realtà le postazioni sul litorale di Santa Croce dove, putroppo, si sono registrati incidenti dalle gravi conseguenze. L’ennesima tragedia del mare, con la prematura scomparsa dell’imprenditore comasco Alfredo Ratti, ripropone il tema della sicurezza con alcune nozioni basilari che troppo spesso vengono dimenticate. «Il servizio è stata garantito con i soli fondi del comune di Santa Croce - tiene a precisare Peppe Stamilla, presidente dell’associazione ”Sea’s Life”, che garantisce il servizio di assistenza alla balneazione - la regione, nella fattispecie, ha preferito dirottare le risorse altrove non impinguando il capitolo relativo al servizio di salvataggio. Con le poche risorse a disposizione siamo riusciti a garantire tre postazioni in una zona del litorale molto estesa. Il nostro invito è rivolto alla prudenza, alla massima attenzione in mare, perché ogni disattenzione può essere fatale. Sulla spiaggia di Montalbano, a Punta Secca, in una zona dove sono presenti pericolosi vortici a mare, abbiamo realizzato in mare un corridoio di sicurezza delimitando con delle boe la zona off limits». Le postazioni sembrano troppo distanti l'una dall'altra e poco coordinate. «La postazione di Casuzze è oggettivamente in un posto infelice - aggiunge Cettina Migliore, villeggiante -. I bagnini dovrebbero avere l’elastico o il trampolino per coprire un tratto di spiaggia così esteso». Il consigliere comunale Rosario Pluchino, ex assessore della giunta Iurato, invita l'amministrazione ad acquistare i defibrillatori semi automatici da utilizzare nella fascia costiera. «Gli eventi tragici dovrebbero fare pensare ad un servizio che vada oltre – spiega Pluchino - nel caso di Ratti, per esempio, minuti preziosi, anche se alla luce del risultato, inutili, sono stati recuperati grazie all’azione di un ”volenteroso” che spostando la transenna che ne impediva l’accesso, ha consentito all’ambulanza del 118 di guadagnare minuti preziosi. Ricordo che le manovre di rianimazione dovrebbero iniziare entro otto minuti dall’inizio dell’evento. Non si potrebbero rottamare quelle transenne e sostituirle con qualcosa di piu ”moderno, idoneo e funzionale”? oppure dobbiamo continuare a sperare su provvidenziali ”volenterosi?”. Atteso che l’amministrazione in un periodo di spending review parola molto cara al nostro sindaco, non ha i soldi necessari, cosa si aspetta a utilizzare i fondi raccolti ad hoc, dal gruppo agricoltori durante la festa di San Giuseppe, per l’acquisto di questi strumenti salvavita?». 

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