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Rischio sismico a Ragusa, il Comune vara il piano di sicurezza

Definita la mappattura delle zone sensibili, come il centro storico, le vallate e gli altri luoghi in cui il terreno è instabile

RAGUSA. Le aree di Ragusa ad elevato rischio sismico? Parte del centro storico, le abitazioni ad orlo di cava, vallate e zone su cui incombe la pericolosità del terreno. Il Comune di Ragusa ha definito il Piano comunale di protezione civile e soprattutto ha un solido punto di partenza per quanto concerne la mappatura del rischio sismico nel capoluogo. «La revisione parte con la gestione commissariale e si conclude ora - sottolinea il commissario straordinario del Comune, Margherita Rizza - attività svolta in stretta collaborazione con la Protezione civile e la Prefettura». Un documento "di spessore" lo definisce il dirigente provinciale della Protezione Civile, Nello Lo Monaco: «Dobbiamo ora integrarlo per passare da una città indifesa ad una città in-difesa, pronta ad agire». I dettagli li spiega il responsabile della Protezione civile comunale, Marcello Dimartino: «Molti gli aspetti presi in considerazione: geologia, bacini idrografici ma anche gestione del territorio con aree a verde riserve, superfici boscate per arrivare al rischio sismico con la microzonizzazione speditiva che permette di valutare la pericolosità di alcune aree, la vulnerabilità dell’edificato per la quale è stato utilizzato il Piano particolareggiato del centro storico. Nel PPE sono state individuate le singole unità abitative, e per ognuna di esse è stata elaborata una scheda dettagliata con superfetazioni, destinazioni d’uso e quant’altro. Strumento che ha dato una fotografia importante». Oltre ai dati che riguardano espressamente il territorio, dalle mappature anche quelli che si riferiscono alla densità abitativa ed ai residenti, con il punto fermo dell’ultimo censimento del 2011. Le aree di attesa, le zone «sicure» in cui si dovrà concentrare la popolazione in casi di evento sismico, sono passate da 50 nel vecchio piano, a 74. Le nuove cartografie indicano esattamente i confini dei settori urbani e individua le fascie di età degli abitanti che confluiranno in una determinata area di attes». Quali saranno i successivi passaggi? La nomina di un referente di protezione civile per ognuna delle 74 aree di attesa. Avranno il compito di tenere sotto controllo “carte alla mano” le mutazioni del quartiere ed informare attraverso incontri con la popolazione dei comportamenti da assumere in caso di pericolo. Sedici tavole poi, in scala 1 a 2000 individuano anche le reti tecnologiche. «Uno dei problemi importanti da risolvere per i soccorritori è quello di avere una cartografia dettagliata sulla quale muoversi e questa lo è». Il delegato del Prefetto, Salvatore Ciarcià ha sottolineato che comunque la pianificazione è sempre in aggiornamento. Il lavoro è stato svolto in team dai volontari di protezione civile del gruppo a supporto della funzione “1” del Comune.

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