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Pozzallo, muore dopo le cure al Pte Il gup del tribunale assolve un medico

A perdere la vita, nell’agosto del 2011, fu una turista di 62 anni a cui venne somministrato un antispastico

POZZALLO. Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Modica, Maria Rabini, ha chiuso la vicenda penale che, originariamente, aveva visto coinvolti due medici, senza condanne. E’ stato, infatti, assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di omicidio colposo, il medico Carlo Sigona, 48 anni, difeso dall’avvocato Giulio Ottaviano, che all’epoca dei fatti, era il mese di agosto di due anni fa, prestava servizio al presidio territoriale d’emergenza(Pte) di Pozzallo, quando giunse Grazia Vernuccio, una donna di Monza, 62 anni, ricorsa alle cure della guardia medica e del Pte della cittadina marinara, dove, dopo gli esami cardiologici, risultati negativi, le fu somministrato un antispastico. La donna, originaria di Modica e in vacanza a Santa Maria del Focallo, era stata portata dal marito nel centro medico, che poi fu colto da malore. L’assoluzione con formula piena è arrivata nonostante il pubblico ministero, Alessia La Placa, avesse chiesto la condanna a dieci mesi di reclusione. La vittima accusava forti dolori addominali. Il medico, dopo avere eseguito tutti gli esami del caso, compreso l’elettrocardiogramma, dai quali non risultò nessuna patologia grave, spedì a casa la donna, che, dopo poche ore, morì per un infarto, di cui però la vittima non presentava i sintomi tipici. Anche alla luce della mancanza del nesso di causalità, evidenziata dal difensore, il gup ha deciso per l’assoluzione. In origine, come si diceva, erano due gli indagati ma la posizione dell’altro medico era stata archiviata. Si tratta del medico in servizio presso la guardia medica di Pozzallo, dove la donna si presentò prima di essere spedita all’attiguo Pte dallo stesso medico, che, a quanto pare, sospettò potesse trattarsi d’infarto, senza però avvisare il collega a carico del quale scattò poi la denuncia. Dopo il decesso della vittima, la Procura della Repubblica di Modica dispose l’esame autoptico presso l’Ospedale Maggiore affidato al medico legale, Giuseppe Algieri, secondo cui la morte fu per infarto del miocardio o infarto miocardico acuto, comunemente conosciuto come attacco di cuore. E’, in sostanza, l’interruzione della fornitura di sangue a una parte del cuore, che ne provoca la morte di alcune cellule. Il corpo della Vernuccio, quando fu restituito ai familiari, fu trasportato a Palermo per essere cremato come da volontà espressa in precedenza.

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