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Vittoria, l’ultimo addio a Giovanni

Nel Ragusano i funerali del muratore che il 14 maggio scorso si è dato fuoco nel momento in cui l’ufficiale giudiziario era venuto a prendere possesso della sua casa, venduta all’asta un anno prima

VITTORIA. Questo pomeriggio si sono svolti a Vittoria, nella chiesa del sacro Cuore, i funerali di Giovanni Guarascio, il muratore che il 14 maggio scorso si è dato fuoco, per disperazione, nel momento in cui l’ufficiale giudiziario era venuto a prendere possesso della sua casa, venduta all’asta un anno prima. In prima fila ci sono loro, i figli di Giovanni Guarascio, Antonio, Claudia Martina. Ma ci sono anche tutte le autorità cittadine, il prefetto, Annunziato Vardè, il questore, Giuseppe Gammino, il commissario della provincia, Giovanni Scarso, il sindaco Giuseppe Nicosia, le autorità militari, il capitano dei carabinieri, Francesco Soricelli, il tenente della Guardia di Finanza, Domenico Ruocco, il comandante della Polizia municipale, Cosimo Costa, Il comandante della Polizia stradale, Giuseppe Di mauro, il comandante della sezione staccata di Vittoria, Francesco Vona, il dirigente del commissariato di Vittoria, Rosario Amarù, il funzionario della Questura, vicequestore Vinzy Siracusano. Ma c’erano soprattutto i parenti, gli amici, tutti coloro che sentono Giovanni Guarascio come l’uomo che ha pagato per tutti, la punta di un iceberg, la vittima, l’eroe. Il rito funebre è stato officiato dal vicario foraneo, don Mario Cascone, insieme ai parroci Gioacchino Interliggi, Giovanni Giaquinta, Beniamino Sacco. Don cascone ha avuto toni molto forti nell’omelia, lanciando un appello ai politici ed a chi, in questa come in altre vicende, non riescono a trovare la soluzione. A conclusione la figlia Martina, sale sull’altare. “Ce la faremo ad andare avanti, con i valori che ci hai trasmesso. Con Antonio eri un padre ed un amico, per Claudia sei stato un esempio, per me un pilastro, per mamma sei tutto. Sappiamo che i momenti difficili dovranno ancora venire, soprattutto quando mamma saprà che non ci se più”. Poi la conclusione: Ti promettiamo che avremo giustizia e tu sarai orgoglioso di noi!”. Poi la salma lascia la chiesa. Tra le lacrime. Tra gli applausi.
Domani sera la città vivrà un altro appuntamento: la manifestazione contro le procedure della Serit che gettano sul lastrico tante famiglie. E’ stata organizzata da Cna, Cgil, Confcommercio, Federalberghi, Ufficio diocesano di pastorale del lavoro. Hanno aderito partiti, associazioni, sindacati. Era stata organizzata un mese fa, ben prima che si compisse la tragedia di Giovanni Guarascio. Ma questa sera, in piazza del Popolo, sarà lui il simbolo della gente che lotta contro la povertà e le ingiustizie.

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