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Pozzallo, è caos rifiuti: netturbini in agitazione

Il nocciolo della questione sono gli stipendi arretrati

POZZALLO. Tornano in agitazione gli operatori ecologici pozzallesi, supportati dalle sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil. E così all'indomani della buona notizia legata al respigimento da parte del Tar di Catania del ricorso presentato dalla Geo Ambiente, che gestiva fino a gennaio scorso il servizio di gestione rifiuti in città, arriva a palazzo di città la tegola dei netturbini pronti ad incrociare di nuovo le braccia per ottenere la dovuta mensilità di aprile in ritardo. Mentre tutti sono ancora in attesa delle sei mensilità pregresse dovute proprio dalla Geo-Ambiente. Questa volta uno sciopero in piena regola, anticipato dalla procedura di raffreddamento dopo che marzo è stato pagato dalla Dusty con quindici giorni di ritardo, e ora si attende ancora aprile nonostante l'accordo siglato qualche settimana fa con gli amministratori che si dicevano pronti a saldare con regolarità le varie mensilità. La situazione finanziaria è precaria hanno già spiegato da Palazzo di Città e reperire i 200 mila euro circa per pagare i netturbini non è cosa da niente, se si aggiunge la difficoltà di trovare inoltre le somme necessarie per i dipendenti comunali che avanzano anche loro lo stipendio e temono per il futuro. Tutto ciò, senza contare che i dipendenti delle coop pare siano sul piede di guerra pronti a far sentire le loro ragioni, anche loro in cerca di stipendi arretrati. Molto arretrati. Così se palazzo di città è stato esonerato, dal Tar, dal pagamento di oltre 250 mila euro, oltre interessi e rivalutazione, a titolo di revisione prezzi del contratto del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani stipulato nell'anno 2009 con la Geo Ambiente, deve ora far fronte ai nuovi pagamenti degli emolumenti. «Le scriventi segreterie- si legge così nella nota dei sindacati dei netturbini- invitano da subito le controparti ad accelerare la soluzione della questione; in caso contrario sarà proclamato lo sciopero delle maestranze». Tempi duri dunque, con tasche e casse vuote per tutti.

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