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Emergenza idrica finita a Ragusa, installato il nuovo impianto

Il generatore, acquistato da un’impresa di Bolzano per 24 mila euro, è stato collegato alle pompe di sollevamento del San Leonardo

RAGUSA. Dalle 16,30 di ieri il generatore di biossido di cloro, acquistato dal Comune per 24.000 euro da una ditta di Bolzano, è in funzione. Le pompe sono state collegate, ieri mattina, all'impianto di sollevamento di San Leonardo. Tutto funziona regolarmente, e questo vuol dire che la gravissima crisi idrica può considerarsi terminata. Grazie a questo impianto vengono immessi in rete circa settanta litri di acqua al secondo, la stessa quantità di prezioso liquido che mancava dal diciotto gennaio scorso, ossia da quando sono stati chiusi i pozzi B e B1 che si trovano nell'alveo dell'Irminio. Da tempo, invece, non veniva utilizzata l'acqua proveniente dalla sorgente Misericordia. Acqua non utilizzata per un unico motivo: inquinamento da residui organici. In particolare il dato dell'ammoniaca aveva fatto allarmare Arpa, Comune e Asp. Il nuovo impianto consente di ripulire l'acqua da eventuali residui. A preoccupare era la possibile presenza di un protozoo, il Cryptosporidium. In soggetti sani, l'ingerimento causa problemi intestinali come la dissenteria. In soggetti, invece, affetti da malattie da immunodeficienza, può essere causa di conseguenze ben più gravi. Per questo motivo, nonostante le numerose analisi eseguite (praticamente tutti i giorni), l'Asp non ha voluto dare l'ok al riutilizzo dell'acqua, che è stata dirottata nel torrente Ciaramite. Il corso d'acqua, che poi affluisce all'Irminio, si è inquinato nel corso dei mesi, e proprio in gennaio è stata denunciata una consistente moria di trote. Adesso l'acqua sia della Misericordia sia dei due pozzi viene filtrata ed immessa in rete, perché assolutamente potabile - assicurano in Comune. Viene, invece, "scartata" quella dells orgente Ora Scribano, adiacenet alla Misericordia. E questo perché in quel caso i livelli di inquinamento sono più elevati. Da alcune settimane le acque della Oro non vengono più gettate nel Ciaramite, ma sono state canalizzate nella condotta fognaria cittadina. Un intervento che mira a far scendere i livelli d'inquinamento del Ciaramite e dell'Irminio. In questi quattro mesi di crisi idrica sono rimaste a secco circa quindicimila persone. La stragrande maggioranza ha dovuto fare ricorso alle autobotti private con un ingente impegno economico. Sul fronte delle cause, ancora nessuna conclusione da parte della Procura che sta indagando con l'aiuto di Arpa, Genio Civile, Asp e Nas. Alcune aziende agricole sono finite nell'inchiesta per lo smaltimento dei liquami.

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