Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Il dramma di quei bambini mai nati e i volontari del Centro aiuto alla vita

Ogni settimana all’ospedale Maria Paternò Arezzo vengono praticate sei interruzioni di gravidanza

RAGUSA. Ogni settimana vengono praticati mediamente sei aborti al Paternò Arezzo. Il dato è emerso nel corso della conferenza stampa di presentazione delle iniziative del Centro aiuto alla vita, nato nel 2007 in modo spontaneo e adesso diventato una Onlus. È stato Carlo Moltisanti, presidente dell'associazione, ad indicare il dato, spiegando che in questi sei anni l'associazione ha operato con tutte le proprie forze per stare accanto alle donne che avevano intenzione di abortire per cercare di offrire loro sostegno psicologico, ma anche economico. L'obiettivo dell'associazione è quello di «custodire e affermare la dignità della vita umana in tutte le sue forme, dal concepimento alla morte». Questo progetto, ha spiegato un'altra volontaria, Maria D'Angelo, «nasce da un'idea di don Salvatore Tumino, scomparso nel 2002. Lui voleva fare nascere qualcosa per la vita. Abbiamo iniziato a fare volantinaggio nelle scuole, negli ospedali. Da quest'anno siamo un'associazione. Siamo divisi in quattro rami: quello dei volontari che, attraverso incontri e colloqui personali, stiamo vicini alle donne che vogliono abortire. Il nostro impegno è di aiutarle e di strappare questi bambini alla morte. C'è poi un gruppo scientifico, con diversi medici. C'è il ramo etico morale, di cui si occupa Carmelo La Porta. Ed un quarto, non meno importante, della preghiera. Ci riuniamo dalle suore Carmelitane per pregare per questi bambini e per le loro mamme». «Spesso - ha detto Carmelo La Porta - dietro la scelta di non portare avanti una gravidanza c'è il dramma di non sopportare problemi di ordine sociale, economico. Se però c'è un aiuto, se c'è qualcuno che sta accanto a queste donne, i problemi spesso diventano superabili. Più in generale l'associazione vuole tutelare la vita in ogni sua fase». «In questi sei anni - ha spiegato Moltisanti - siamo riusciti a salvare 26 bambini. Sono pochi rispetto al numero degli aborti, ma ci impegniamo a fare sempre di più». I progetti sono diversi, dalla sensibilizzazione nelle scuole, alle iniziative in favore delle donne e dei neonati: dal sostegno psicologico a quello economico. Grazie ad una rete di famiglie che fa capo al centro aiuti di Messina, c'è la possibilità di dare in adozione i neonati che nascessero con malformazioni. Ma c'è anche un'attenzione, spirituale e psicologica, per quelle donne che avessero abortito e che hanno bisogno di superare quel trauma. L'associazione ha sede in via Cartia 3 (di fronte la rosticceria La Grotta). C'è un numero sempre disponibile: 334-9666174.

Caricamento commenti

Commenta la notizia