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Comiso, la «proroga» per i 48 precari, Comune e sindacati marciano su Roma

L’obiettivo è trovare una soluzione per i lavoratori in servizio al Municipio. Terranova: «Nulla ancora deciso»

COMISO. Amministrazione e sindacati cercheranno insieme una soluzione per la proroga dei contratti di 48 precari del comune di Comiso, il cui contratto è scaduto il 31 dicembre e che, a tutt’oggi, non sono rientrati al lavoro. La proroga, pur se prevista dalla “legge di stabilità” approvata il 21 dicembre, non si può applicare tout court a Comiso perché il comune è in dissesto, tutti gli atti riguardanti le assunzioni (anche se temporanee, come nel caso della proroga) devono essere sottoposti al controllo della Commissione nazionale per gli enti territoriali. La scorsa settimana, il sindaco si è recato a Roma ed è tornato con delle notizie poco liete. I dirigenti del ministero hanno spiegato che la proroga è possibile solo nel limite numerico fissato dalla pianta organica, che è di 249 unità. Questo aprirebbe la strada solo per 25 lavoratori, che potrebbero avere una proroga con contratti part time. «Nulla è ancora definito – spiega il segretario provinciale della Cgil Funzione pubblica, Salvatore Terranova – la prossima settimana, insieme al sindaco, ci recheremo a Roma per incontrare nuovamente i funzionari del ministero. A mio parere, la commissione può pronunciarsi su alcune cose, non su altre. A Modica, per un caso simile, una delibera venne bocciata dalla commissione. Il sindacato propose un ricorso al Tar ed ha avuto ragione». Intanto, il prossimo 5 febbraio, la commissione si riunirà per esaminare la proposta di dotazione organica inviata dal comune. Gli uffici, poi, stanno completando la documentazione richiesta per le proroghe, che la commissione dovrà autorizzare. Ma per i lavoratori c’è un’altra data molto attesa: è il 30 gennaio, giorno in cui sarà discusso il ricorso giudiziario presentato da 39 dei 48 precari. I lavoratori ritengono che il contratto stipulato il 29 dicembre 2009, sia una “pre-stabilizzazione” e che, quindi essi sono già stabilizzati. Il ministero, finora, ha dato parere negativo su questa interpretazione. Ma l’ultima parola spetterà al giudice. E la vicenda giudiziaria potrebbe intersecarsi con quella amministrativa ed aprire nuovi spiragli per i lavoratori. Che, dalla loro parte, hanno anche un altro asso nella manica. Fino al 2008, nonostante avessero dei contratti Co.Co.Co, molti timbravano il cartellino come i dipendenti. Questo potrebbe cambiare il loro status. E, se così fosse, nel dicembre 2009, avrebbero potuto firmare i contratti a tempo indeterminato come la maggior parte dei loro colleghi. Nessuno, tre anni fa, presentò ricorso, anche perché i tempi ristretti delle procedure di stabilizzazione non lo permisero.

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