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Scicli, i carabinieri setacciano la città: e la movida «abbassa» il volume

Controlli a tappeto dopo le lamentele dei residenti per i rumori notturni

SCICLI. Controlli a tappeto da parte dei carabinieri della Compagnia di Modica nella serata di sabato scorso fino alle prime ore dell'alba. I militari dell'Arma hanno cinturato con uomini e mezzi la città impegnando le unità in forza non solo alla Compagnia ma anche alla Tenenza di Scicli ed alla Stazione di Donnalucata. Controlli salutati positivamente dalla comunità locale, che nelle settimane scorse ha lamentato uno stato di malessere e di disagio, nel centro storico in particolare. Schiamazzi notturni, musica ad alto volume in via Francesco Mormino Penna «invasa» da giovani fino a tarda notte: proteste a gogò da parte dei residenti dell'area del centro storico, da via Neve a via Nazionale a piazza Busacca a piazza Italia. Allarme anche nelle campagne del territorio dopo una serie di furti che si sono registrati nelle campagne di Donnalucata dove in diverse occasioni, nelle ore notturne, si sono registrati diversi atti delinquenziali, con furti di piantine da un'azienda agricola a monte della frazione sciclitana e di attrezzature e prodotti agricoli. Sabato notte i carabinieri hanno eseguito una serie di controlli non solo nel centro città, ma anche al villaggio Jungi, nella zona periferica dell'abitato. «Setacciati» bar e pub, sale di ritrovo e pubbliche vie; identificati decine e decine di persone nella fiumana di gente che nei fine settimana «invade» i luoghi della movida sciclitana. Il dettaglio dei risultati della Compagnia carabinieri di Modica non è stato reso noto. Noto, comunque, il servizio di controllo del territorio visto che i militari dell'Arma non hanno lasciato nulla al caso. In via Francesco Mormino Penna una pattuglia di militari dell'Arma ha fatto da deterrente alla musica a tutto volume e prolungata nelle ore. «Finalmente alla una di notte niente più musica – commenta uno degli abitanti di via Francesco Mormino Penna - abbiamo potuto dormire. Era ora».

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