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Gli agricoltori rifiutano l’invito di Vardè: "Non molliamo, il digiuno continua"

Nonostante le precarie condizioni fisiche, oggi i tre produttori andranno a Palermo per incontrare Crocetta

RAGUSA. Una giornata piena di emozioni, quella dei tre agricoltori (Maurizio Ciaculli, Tano Malannino e Tonino Messinese) che, da quattordici giorni, stanno attuando lo sciopero della fame. Ieri, alle 14, i tre agricoltori hanno ricevuto la visita del prefetto di Ragusa, Annunziato Vardè, che si è intrattenuto con loro dopo la conclusione della riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica che si è tenuto a Palazzo Iacono. Vardè, insieme ai vertici di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, ha chiesto di sospendere lo sciopero della fame, ma i tre hanno declinato l'invito e deciso di proseguire la lotta. Nel pomeriggio, i tre agricoltori hanno ricevuto la telefonata del presidente della regione, Rosario Crocetta, che si è informato della situazione e li ha invitati a recarsi a Palermo.

Questa mattina, nonostante le precarie condizioni fisiche, i tre sono saliti su un'auto del comune che li ha portati a Palermo dove, a mezzogiorno, era previsto l'incontro con il governatore. «Siamo stanchi e senza forze - spiega Ciaculli - ma ce la faremo. Non possiamo declinare l'invito. Ascolteremo cosa Crocetta vorrà dirci, gli diremo le nostre richieste e assumeremo poi in assemblea le nostre decisioni». Oggi, dunque, potrebbe essere il giorno cruciale e decisivo. E siamo già al 14^ giorno di sciopero della fame: due settimane senza assumere cibo, solo the, caffè, gatorade e miele. Ieri, intanto, la giornata si era aperta con un'assemblea con gli studenti dell'istituto tecnico commerciale.

Lì, gli agricoltori hanno parlato a cuore aperto e si sono vissuti dei momenti di commozione quando Malannino ha detto: «Come padri, ci sentiamo falliti nei confronti dei nostri figli, non siamo stati in grado di dare loro un futuro. Ce ne siamo accorti e ora stiamo cercando di rimediare. Se non riusciremo noi, sarà la prossima generazione a fare ciò che noi non siamo riusciti a fare». Nel pomeriggio, poi, i tre, spingendo le carrozzine di alcuni disabili, si sono recati nella basilica di San Govanni battista per partecipare alla messa.

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