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Spedizione punitiva contro imprenditore di Modica: quattro arresti

Angelo Pauselli, di 51 anni, la moglie Alida Cecconi, di 45, sono stati arrestati per sequestro di persona e tentativo di estorsione perchè ritenuti i mandanti di una 'spedizione punitivà nei confronti di un imprenditore di Modica (Ragusa) e di un suo dipendente che nel maggio scorso furono sequestrati e malmenati per convincerli a pagare 8.500 euro

MODICA. Un imprenditore di Città di  Castello (Perugia), Angelo Pauselli, di 51 anni, la moglie Alida  Cecconi, di 45, sono stati arrestati per sequestro di persona e  tentativo di estorsione perchè ritenuti i mandanti di una  'spedizione punitivà nei confronti di un imprenditore di Modica  (Ragusa) e di un suo dipendente che nel maggio scorso furono  sequestrati e malmenati per convincerli a pagare 8.500 euro per  una carotatrice commissionata nel 2002 alla ditta umbra.     Insieme a Pauselli e Cecconi, posti agli arresti domiciliari,  sono stati arrestati, con la stessa accusa, due persone di Gela  (Cl), Vincenzo Cannizzo, di 34 anni, e Angelo Daniele Faldelli,  di 47, che avrebbero fatto parte del gruppo di persone che  portò a termine la 'spedizione punitivà.      I particolari dell'operazione sono stati illustrati durante  una conferenza stampa nella Procura della Repubblica di Modica  dal procuratore Francesco Puleio e dal Questore di Ragusa  Giuseppe Gammino.     L'imprenditore modicano e il suo dipendente denunciarono di  essere stati aggrediti, malmenati e per costringerli a pagare la  somma di denaro per l'acquisto del macchinario. Le vittime  riportarono ferite e una di esse subì la frattura del setto  nasale. L'imprenditore modicano raccontò agli agenti che i  quattro lo avevano messo in contatto telefonico in vivavoce con  Pauselle e la moglie e che quest'ultima, alla richiesta di  conoscere i motivi dell'aggressione e del sequestro aveva fatto  riferimento alla fattura del macchinario. Le vittime aggiunsero  che uno degli arrestati avrebbe poi chiesto a Cecconi:  «Signora, che facciamo? Noi il lavoro lo abbiamo fatto. O paga  lei o pagano loro» 

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