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Conti in rosso a Comiso: in «dissesto» pure i comunali precari

Futuro incerto per 48 lavoratori. In 39 hanno presentato ricorso per la stabilizzazione. Venerdì seduta in Consiglio

COMISO. La vicenda difficile dei 48 precari di Comiso. Tra i tanti prodotti da decenni di malgoverno dei comuni italiani. Sono la tranche che è rimasta dopo la stabilizzazione (a dicembre del 2009) di circa 180 loro colleghi (ex articolisti e contrattisti). Cinquantuno tra questi avevano superato la selezione del comune, ma non avevano maturato i requisiti per il contratto a tempo indeterminato e per loro si era aperta la strada del contratto triennale, propedeutico alla stabilizzazione a partire da gennaio 2013. Il «decreto Brunetta» ha scombinato i piani. Nessuna assunzione è più possibile. In più, il Comune è in dissesto e la nuova pianta organica prevede solo 249 dipendenti, anziché 307 come in precedenza - ben lontani i tempi in cui si era fissato il numero in 399. Trentanove tra questi lavoratori hanno presentato ricorso ritenendo che la loro stabilizzazione era già stata sancita nel 2009 - una sorta di prestabilizzazione già insita nelle procedure di selezione - e che quindi al Comune non resterebbe altro che stipulare il contratto. Il sindacato Cgil appoggia la loro richiesta. Il sindaco Giuseppe Alfano è di parere diverso. «Io vorrei trovare una soluzione - spiega - abbiamo chiesto il parere di esperti, ma non abbiamo trovato una via d'uscita. I sindacati non ci hanno indicato una norma precisa ed una strada percorribile». Su questa vicenda si terrà, il 7 dicembre, una seduta ad hoc del consiglio comunale. E ciò che finora è stato discusso nelle riunioni interne al Comune o negli incontri con il sindacato diverrà oggetto di dibattito consiliare. La Cgil contesta il fatto che nel giugno 2012, allorchè il comune ha trasmesso alla Commissione ministeriale per la finanza locale gli atti del dissesto e la nuova dotazione organica, non sono state esposte come dovuto le procedure seguite. Secondo il segretario provinciale della Cgil Funzione pubblica, Salvatore Terranova «i lavoratori, di fatto, sono stati già assunti. Ma il ministero, ad oggi, non conosce gli atti amministrativi adottati». I lavoratori erano dapprima 51: ora sono 48. Uno è morto, due sono vicini alla pensione. Intanto, si parla di una possibile proroga di sette mesi, fino a luglio 2013. Se così fosse, ci sarebbe ancora tempo per trovare una soluzione. E soprattutto per superare il periodo elettorale e le tante promesse collegate.

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