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Furti in abitazione, riconosciuti dai proprietari gli oggetti rubati

RAGUSA. In attesa dell’interrogatorio di garanzia delle due donne finite agli arresti domiciliari nell’operazione «Family affairs», messa a segno dalla Squadra Mobile della Polizia, fissato per martedì in Tribunale davanti al Gip Claudio Maggioni, emergono nuovi sviluppi dalle indagini. Un pc portatile ed un paio di orecchini trovati durante il blitz a casa di Antonio Mirabella, pluripregiudicato catanese residente a Ragusa di 41 anni, sono stati riconosciuti dal proprietario che ne aveva denunciato il furto. Il colpo era stato messo a segno appena 36 ore prima dell’operazione della Polizia. Intanto - come detto - martedì saranno interrogate le due donne indagate. Si tratta di Leonella Cascone, ragusana di 26 e Daniela D’Iapico, comisana di 43, residente in città. Così come i tre uomini finiti in cella, sono accusate di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti, consumati tutti tra il centro storico cittadino e di Ibla. L’ordinanza di custodia cautelare riguarda anche Salvatore Distefano, 49 anni di Ragusa e Carmelo Enrico Scenna, palermitano residente a Ragusa di 32. Intanto l’avvocato Giuseppe Di Stefano, difensore di Distefano, ha presentato ricorso al Tribunale della Riesame contro la custodia cautelare in carcere dopo che in sede di interrogatorio di garanzia si è detto estraneo ai furti. Almeno sette quelli contestati alla banda, oltre ad almeno altrettanti tentati. Davanti al Gip, invece, Mirabella, difeso dall’avvocato etneo Paolo Spanti, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Dal canto suo Scenna, assistito dall’avvocato Salvatore Citrella, ha ammesso le sue responsabilità mentre Distefano, ha detto di essere a conoscenza dei fatti ma di non avere partecipato ai furti. Al termine gli avvocati Citrella e Di Stefano hanno chiesto la scarcerazione dei propri assistiti. Il Gip si è riservato di decidere dopo avere acquisito il parere del Pm. S.M.

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