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Porto di Pozzallo, licenziati 4 addetti alla sicurezza

Al loro posto arriveranno dipendenti dell’Ente di viale del Fante. Altri tre operatori della «security» saranno mandati a casa a gennaio

POZZALLO. Non risparmia neanche il porto di Pozzallo la scure della Provincia di Ragusa. Dopo i tagli all'istituto scolastico «Kennedy», con il consiglio comunale pozzallese che giorni fa ha votato una mozione in cui si chiede una seduta aperta e congiunta con il consiglio di Ispica e di tutti i comuni che vogliono aderire per discutere la questione, arriva ora il licenziamento di quattro addetti alla «security» in servizio al porto di Pozzallo. Il licenziamento parte dalla Provincia, ed a gennaio il «taglio» interesserà altri tre dipendenti. Ed ora è scattata la protesta del personale mandato a casa. Personale qualificato, da anni appositamente formato con appositi corsi di formazione, ora "tagliato" per far posto a personale della Provincia che sarebbe stato trasferito al porto di Pozzallo. «Stante quanto paga la ”Virtu Ferries ltd”, il servizio - scrivono in una lettera aperta gli addetti - era fonte di guadagno per l’Ente Provincia. Ora arriva nuovo personale. Si tratta di personale con residenza nelle vicinanze e che, così, evita il pendolarismo quotidiano presso la sede provinciale, ma che nulla hanno a che fare con la sicurezza portuale, essendo uscieri, bidelli o similari, senza specifica professionalità nella attività di sicurezza». Temporaneamente per espletare il servizio sono rimasti solo in tre supportati da una ditta privata "che ha accettato l’incarico per un servizio di cui ancora non si conosce l’ambito e la portata". Per i sette dipendenti del porto di Pozzallo, tra cui Fabio Biagio Fidone, Francesco Varsellona, Rinaldo Baragiola e Vincenzo Giardina, si tratterebbe di "una manovra chiaramente discriminatoria e maliziosa che non si mancherà di segnalare nelle opportune sedi, che fa pensare - sottolineano - come la perdita del posto di lavoro sia legata, più che ad esigenze finanziarie, alla denuncia allo Spresal ”Medicina del lavoro” fatta dai quattro dipendenti da subito lasciati a casa senza alternative per il futuro. Sarebbe davvero umiliante se ciò corrispondesse a verità».

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