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Sos di agricoltori e allevatori: "Ormai siamo al collasso"

Si rivolgono alle istituzioni affinché ascoltino il loro grido di aiuto. Le difficoltà economiche stanno divorando il comparto, ma loro non demordono

RAGUSA. Agricoltura anno 2012. L’agricoltura soffre, l’agricoltura muore, nel disinteresse di tutti. A parlare con loro, con i tanti allevatori che operano nel ragusano, sembra che le cose siano messe proprio male. “Siamo certi che questo disinteresse non è dettato da non voglia, quanto da incapacità di agire e di trovare soluzioni –  dicono -.  Potremmo fornire numeri, dati, ma vogliamo rimandarvi agli organi competenti a questo, vi diciamo solo che la Sicilia vive di agricoltura, l’agricoltura interviene nell’economia dell’isola per un buon 20%, e genera un indotto che alimenta il sistema economico isolano”.

La crisi dell’agricoltura siciliana è del resto la crisi della Sicilia, ma pare che a volte gli allevatori non vengano creduti. Loro, confidano, non vogliono polemiche, si sentono “gente attiva”, che produce, e chi produce mal si presta alle chiacchiere. Nessuna rassegnazione.
“Siamo fatti così – dice Giovanni, giovane allevatore di Ragusa - non ci rassegniamo, consapevoli come siamo che se ci fermiamo non ripartiremo mai. Ma noi non lavoriamo per semplice lavoro, forse non lo potrete capire mai, per noi lavoro è prima di tutto passione, amore per la terra. Per noi interrompere il nostro lavoro, chiudere la nostra attività non è mai stato e non sarà un mero fatto economico, noi resistiamo finché possiamo, fino allo stremo delle nostre risorse”.

“Chiediamo che ogni tanto si parli di noi, si ascolti il nostro grido di aiuto – dichiara Giuseppe, uno dei più anziani allevatori del territorio - Produciamo sotto costo da anni, soffriamo e ci indebitiamo progressivamente, e quando va bene sentiamo solo parlare di problemi di “forestali” o di turismo”.

Gli allevatori vogliono quindi essere ascoltati, aiutati, e sperano insieme agli amministratori di trovare insieme delle soluzioni. “Certo non ci sembrano soluzioni subire gli accordi europei con il Marocco o con tutto il nord Africa, non ci sembrano soluzioni il non imporre le etichettature obbligatorie, non ci sembrano soluzioni i tentativi di boicottare il “km 0” – aggiunge Biagio - Forse saremo ignoranti, forse non comprendiamo nulla, ma ci viene difficile capire come può mai la Sicilia, che importa praticamente di tutto, ad avere difficoltà a vendere quel poco che produce”.

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