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Scicli, si dimette l’assessore Frasca

La giunta comunale approva il bilancio di previsione e perde il responsabile delle Finanze

SCICLI. La giunta comunale di Scicli approva il bilancio di previsione dell'anno in corso ma deve fare i conti con le dimissioni dell'assessore alle finanze Giovanni Frasca. Un fulmine a ciel sereno? Non proprio, perché da settimane correvano voci sul malessere che regnava in ordine alla stesura del documento finanziario dell'ente. Poche le righe che l'amministratore ha scritto nella sua lettera al sindaco: ha parlato di dimissioni per motivi personali. E lo stesso ufficio stampa dirama una nota in cui si scrive che il sindaco Franco Susino valuterà se accettare o meno le dimissioni del suo assessore. Ma è proprio vero che Frasca si è dimesso per motivi personali? Se lo chiedono gli ambienti politici, se lo chiedono i cittadini, trovati impreparati alla notizia. Che non sia così lo si comprende dall'assenza dell'amministratore alla seduta della giunta comunale sull'approvazione dello schema di bilancio 2012.
L'assessore Giovanni Frasca non solo non ha votato l'atto ma non ha partecipato ai lavori. In netto dissenso con le posizioni dei restanti componenti la giunta? Probabile, anzi certo: da giorni, o meglio da settimane, il titolare della delega più delicata di tutto il pacchetto assessoriale (massimo dirigente in pensione di un istituto di credito) si sarebbe trovato in dissenso sulle scelte dell'Amministrazione Susino.
Fortemente convinto di un processo di una spending review non diciamo rigorosa ma necessaria, s'è trovato a non condividere le scelte formulate nella formazione del documento finanziario. In particolare avrebbe sostenuto la necessità di attuare una politica di risanamento che passasse attraverso alcune scelte anche dolorose ma che fosse di aiuto per aiutare il meccanismo di cassa e poter cominciare a sanare qualche situazione debitoria, non ultima quella del pagamento delle spettanze ai 287 dipendenti comunali, alla ditta del servizio di igiene ambientale, ai debiti nei confronti dell'Enel ed altro. In particolare avrebbe sostenuto l'opportunità di inserire tre milioni di debiti al di fuori bilancio in un ente che, tecnicamente, può considerarsi fallito, e l'opportunità di eliminare gli sprechi derivati dagli affitti, da servizi resi senza alcun ritorno e da una non attenta politica anti-evasione.

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