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Omicidio Inglese, l’autopsia rivela: il ragazzo ucciso con sei pistolettate

Chi ha ucciso il trentaduenne incensurato ha sparato da più direzioni e inseguito la vittima, che fuggiva a piedi

VITTORIA. Ivano Inglese è stato ucciso con sei-sette pistolettate all'addome e agli arti. Lo ha rivelato l'autopsia sul cadavere, effettuata nel primo pomeriggio di ieri dal medico legale Salvatore Spagni.
Chi ha ucciso il trentaduenne incensurato, impiegato di Poste Italiane - freddato giovedì sera in un terreno di Contrada Pozzo Ribaudo, lungo la statale Vittoria-Gela - ha sparato da più direzioni e ha inseguito la vittima, che aveva tentato la fuga a piedi.
La morte del giovane, il cui corpo senza vita è stato trovato intorno alla mezzanotte, risalirebbe a un'ora compresa tra le 21 e le 22. Il corpo dell'impiegato è stato crivellato di proiettili calibro 7,65; quindici i fori in entrata e in uscita rinvenuti sul cadavere nel corso dell'esame autoptico. Il medico ha accertato che anche la frattura di una caviglia, che inizialmente sembrava essere stata provocata da una caduta durante la fuga, è stata causata da un proiettile.
Intanto, proseguono le indagini per risolvere il giallo. Gli investigatori sono alle prese con un autentico rompicapo: la vittima era incensurata e conduceva una vita in apparenza tranquilla, lontano da ambienti criminali. Gli uomini del Commissariato e quelli della Squadra Mobile stanno scavando nella vita privata del postino, tra le sue frequentazioni e le sue amicizie.
L'ipotesi del delitto di mafia e quella della rapina sono state subito scartate: Ivano aveva la fedina penale pulita, e nelle sue tasche la polizia ha trovato quattrocento euro, probabilmente l'incasso di una giornata di lavoro nel distributore di carburante Lukoil, dove il giovane lavorava nel tempo libero.
Tutte le altre piste, compresa quella del delitto passionale, vengono invece battute. Ma sono ancora tanti i dubbi da fugare. Per esempio, non è ancora chiaro se la vittima e il killer si conoscessero e se si siano dati appuntamento. Quel che è certo è che la Volkswagen Golf di Inglese è stata trovata con entrambe le portiere anteriori aperte: una circostanza che potrebbe non essere significativa, ma sulla quale gli investigatori stanno lavorando.
Pare che il killer abbia colpito Ivano la prima volta a trecento metri dall'auto. Ferito, il trentaduenne sarebbe fuggito per una stradina sterrata, ma il sicario lo ha raggiunto per finirlo. Ad allertare il 113 è stato il titolare dell'azienda serricola: l'uomo, che ha notato la Golf in sosta davanti alla sua proprietà, ha creduto che nell'azienda vi fossero dei ladri e, senza essersi accorto del cadavere del postino (che si trovava un centinaio di metri più avanti) ha esploso alcuni colpi di pistola in aria a scopo intimidatorio. Quindi, ha chiamato la polizia, che una volta sul posto ha scoperto il corpo di Inglese.
Da venerdì, negli uffici del Commissariato, sono iniziati gli interrogatori dei familiari e degli amici del giovane: una ventina le persone finora ascoltate dal magistrato titolare del fascicolo, il sostituto Claudia Maone, e dai vicequestori Rosario Amarù e Francesco Marino. Dalle loro dichiarazioni gli investigatori sperano di ricevere un aiuto prezioso per risolvere il mistero che avvolge questo strano delitto.

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